Traffico rifiuti speciali, da Prato all'Emilia Romagna. Due arresti

L'inchiesta è partita nel 2018, 18 le persone denunciate

I carabinieri forestali hanno stroncato un traffico di rifiuti (Foto Dire)

I carabinieri forestali hanno stroncato un traffico di rifiuti (Foto Dire)

Bologna, 3 ottobre 2019 – I rifiuti ottenuti dalle lavorazioni tessili venivano spacciati per materia prima secondaria o sottoprodotto. E poi abbandonati in capannoni industriali all'insaputa dei proprietari. Sono più di 80 i carabinieri impegnati stamattina per stroncare il traffico di rifiuti speciali: cascami e ritagli tessili prodotti nel comparto industriale manufatturiero di Prato e smaltiti illecitamente all'interno di numerosissimi capannoni del centro - nord, principalmente in Emilia Romagna e Veneto. Due le persone arrestate.

In campo i militari del Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri Forestale di Modena, i colleghi di Pavullo nel Frignano, Bologna, Ferrara, Ravenna, Reggio Emilia, Forlì Cesena, Prato, Livorno, Padova, Venezia, Vicenza, Treviso, Rovigo, Verona, Mantova e Perugia. Gli investigatori hanno perquisito 24 siti (video) ed eseguito due misure cautelari, arresti domiciliari disposti dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Bologna: nei guai i due uomini a capo dell'organizzazione criminale. Gli arrestati, A.G. di 53 anni e G.V. di 40 anni, erano i principali artefici del traffico: attraverso quotidiani contatti telefonici pianificavano e gestivano la gestione di rifiuti attraverso società gestite da prestanome di cui avevano il controllo senza ricoprire in esse alcuna carica.

L‘organizzazione si componeva poi di autotrasportatori compiacenti e persone impiegate come manovalanza nei vari capannoni di destinazione dei rifiuti tessili, generalmente dipendenti delle aziende.

L'attività investigativa, che ad oggi ha consentito di denunciare complessivamente 18 persone, è stata avviata nel luglio 2018, quando, durante un controllo effettuato a Pavullo, sono stati trovati in un capannone industriale circa 2.500 metri cubi di rifiuti tessili contenuti in sacchi neri per l'immondizia. Il successivo approfondimento, coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna e condotto anche mediante l'ausilio di numerose intercettazioni telefoniche e di video-sorveglianza , ha consentito di accertare che i rifiuti venivano smaltiti anche in altre numerose località del centro-nord Italia, principalmente del Veneto. Tale fenomeno è assurto alla ribalta della cronaca come "emergenza sacchi neri" .