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Tribunale di Urbino, targhe PU e vescovo: Percorso a ostacoli, ma Urbino resiste

La provincia di Pesaro e Urbino è stata segnata da una storia complessa, con due co-capoluoghi e una battaglia per riconoscere i diritti di entrambe le città. La situazione è stata sanata nel 2013 con la Corte Costituzionale e nel 2022 con lo Statuto della Provincia. Anche l'arcidiocesi è stata accorpata, ma la decisione finale spetta al Papa.

La provincia di Pesaro e Urbino è erede dei confini (ma in versione ristretta) dello Stato di Urbino (retto dai duchi Montefeltro prima e Della Rovere fino al 1631), poi Legazione Apostolica di Urbino con la devoluzione alla Santa Sede (con una pausa tra il 1808 e 1815 quando diventa Dipartimento del Metauro) e poi ancora Legazione Apostolica di Urbino e Pesaro, per poi diventare – con l’Unità d’Italia – una provincia dal doppio nome e doppio capoluogo, prima Urbino e Pesaro e poi Pesaro e Urbino. Una situazione non facile non solo nei rapporti tra le due città. Se la provincia del Regno d’Italia comprendeva buona parte dell’antico ducato, si dava per scontato che la sede principale dovesse essere Urbino, ma così non fu anche per il rapporto dei poteri locali con il governo centrale. Dal 1861, dopo la proclamazione del Regno d’Italia, si avvia una partita che tra distrazioni ed errori nel generare alcuni atti, porta in talune occasioni confusioni poi sanate, tanto da indurre persino alcuni amministratori a chiamare la provincia con un nome monco. Un esempio su tutti: Urbino è co-capoluogo ma quando si creano le targhe delle auto nel 1927, Urbino non appare. Passato il fascismo e con una battaglia fatta negli anni ‘90, il presidente della Repubblica nel 1998 stabilisce che dall’anno successivo la targa debba diventare PU e non più PS. Nel luglio del 2013, la Corte Costituzionale rigetta la soppressione del Tribunale di Urbino ipotizzata dal governo perché la città è capoluogo di provincia. E poi ancora, nel settembre 2022 viene sanato lo Statuto della Provincia: ora all’articolo 4 ricorda che ci sono due co-capoluoghi. Ma non è finita: l’arcidiocesi di Urbino, Urbania e Sant’Angelo in Vado è stata accorpata a quella di Pesaro, al momento c’è un solo vescovo per due arcidiocesi. Ma su questo, decide papa Francesco.