Marche, turismo a picco

I dati del 2018, la Confartigianato: vanno sfruttate tutte le potenzialità

Portonovo

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Ancona, 31 luglio 2019 - Puntare sul turismo artigiano e delle eccellenze per incrementare la conoscenza del territorio, sapendo che è obbligatorio mettere in relazione chi con il turismo ci lavora. L’anno zero del turismo è stato segnato dal terremoto del 2016, la rinascita deve passare attraverso «un sistema di comunicazione nuovo, spinto, internazionale». Scontro di dati tra Confartigianato, che li esamina statisticamente e li rapporta a quelli di tutto lo stivale, e la Regione Marche che invece li prende direttamente dagli alberghi. Nel primo caso sono particolarmente negativi, nel secondo più possibilisti e meno mortificanti. Si parla del 2018 e proprio le valutazioni della Cgia piazzano le Marche all’ultimo posto in Italia per andamento delle presenze turistiche: -13,3%.

Nel dettaglio della provenienza, la variazione negativa nella regione si registra sia per gli italiani (-13,0%, +1,1% in Italia), sia per gli stranieri (-14,2%, +2,8% in Italia). Tra le province marchigiane, relativamente al totale delle presenze, ad Ancona si osserva il -9,2%, ad Ascoli Piceno il -13,6%, a Fermo il -24,1%, a Macerata il -7,7% e a Pesaro-Urbino il -14,6%. Di fronte a questi dati, Giuseppe Mazzarella, presidente di Confartigianato Marche, sostiene che «è necessario intervenire per sfruttare al meglio tutte le potenzialità che la regione offre, a prescindere dalla bella stagione». Nelle Marche sono 8.500 le imprese artigiane che operano in attività economiche a vocazione turistica, pari al 19,1% dell’artigianato totale, quota che colloca la regione al quarto posto in Italia (media nazionale 16,0%).

Tra le province, la quota maggiore a Fermo con il 34,1% (2° posto in Italia), segue Macerata con il 19,9%, Pesaro-Urbino con il 15,6%, Ascoli Piceno con il 15,4% e Ancona con il 15,3% delle imprese artigiane del territorio. Ma Moreno Pieroni, assessore regionale al turismo, fa la tara ai numeri e anche agli allarmismi: «Siamo in ripresa, inutile dare cifre e numeri. I nostri sono reali e basati sulle presenze conteggiate negli alberghi. Abbiamo destinato 8 milioni di euro nelle stagioni 2018 e 2019 alla promozione turistica della Regione, 25 milioni di euro sono andati per la ristrutturazione degli alberghi, a breve uscirà anche un nuovo bando per il rinnovamento degli stabilimenti balneari, 27 milioni di euro per le piste da bike. Senza considerare che la rinascita dell’aeroporto sarà un toccasana per le pratiche turistiche virtuose che abbiamo messo in campo. Siamo pronti – conclude l’assessore – ad aggredire nuovi mercati, a farci conoscere e ora partirà anche la nuova promo su Mediaset».

Ottimista è anche Paolo Marasca, assessore al turismo del Comune di Ancona: «Le Marche sono indubbiamente cresciute turisticamente parlando, e la provincia di Ancona e lo stesso capoluogo anche. Ma c’è ancora molta strada da fare: bisogna mettersi al servizio, come enti pubblici, dei privati che intraprendono nel settore turistico, fornendo loro dati, informazioni, materiali su cui lavorare ed elaborare i loro prodotti; bisogna puntare su target differenti, forti del fatto che il territorio regionale può soddisfarli tutti; bisogna alimentare la circolazione delle persone, e diventare competitivi su scala nazionale, per diventare una meta consolidata, e non alternativa alle mete più comuni».