Vaccino Covid, l'immunologo: "La prima versione protegge ancora dalla malattia grave"

L’immunologo di Unimore Andrea Cossarizza: "Molti hanno avuto il Covid anche più volte e non lo sanno. La quarta dose? La consiglio soprattutto agli over 65 e ai fragili. Io comunque la farò presto"

Modena, 13 ottobre 2022 - I casi Covid e i ricoveri stanno risalendo e secondo l’immunologo di Unimore Andrea Cossarizza "è inevitabile che avvenga vista la riduzione delle misure di contenimento e la frequentazione più assidua di luoghi chiusi".

"Dobbiamo iniziare a convivere con questo virus – prosegue Cossarizza – e capire che è necessario riorganizzare molte delle nostre attività, compreso quelle sanitarie, per non causare seri problemi all’assistenza di cui hanno bisogno i cittadini. Avere il tampone positivo e nessun sintomo collegabile all’infezione, o essere paucisintomatici, oggi ha un significato del tutto diverso da quello che aveva quando non eravamo protetti dai vaccini e non c’erano i farmaci efficaci, sia monoclonali, sia antivirali, che abbiamo a disposizione".

Andrea Cossarizza
Andrea Cossarizza

Come si comporta il virus? E’ meno aggressivo o i sintomi sono comunque ‘importanti’?

"Il virus in quanto tale non è cambiato molto, se non per le mutazioni nella proteina spike, cioè nella parte che lo rende capace di evadere, almeno in parte, la risposta immunitaria e quindi capace di infettare in primo luogo le cellule delle prime vie respiratorie. E’ cambiata la popolazione, ripeto, che oggi è molto ben protetta dai vaccini. Infatti, quando il virus entra nell’organismo trova già sia anticorpi, sia cellule pronte a combatterlo, e quindi fa molti meno danni. Abbiamo già imparato molto bene a riconoscere i sintomi dell’infezione delle alte vie aeree, e molti di noi hanno già avuto anche più di una volta il Covid-19, in forma paucisintomatica o del tutto asintomatica ed è difficile sapere quanti. Oggi in ospedale ci sono quasi esclusivamente nelle persone che non hanno voluto vaccinarsi, oppure in quelle definite ’fragili’, in cui il sistema immunitario è molto meno reattivo per motivi legati all’età molto avanzata, a patologie o a terapie immunosoppressive".

Il problema è rappresentato dalle varianti?

"Le varianti e le difese immunitarie contro di loro sono sempre state e saranno un problema da affrontare. Lo sono anche per il Sars-CoV-2, anche se fortunatamente la capacità e velocità di mutare di questo virus è di molto inferiore a quella di altri, quale ad esempio l’Hiv. La variante Omicron BA.2.75 (che qualche utente di Twitter ha chiamato Centaurus) e la sua sottovariante BA.2.75.2 stanno emergendo in diversi paesi e sono stretto monitoraggio da parte delle autorità sanitarie. Ma fare previsioni su cosa accadrà in futuro non è scientificamente corretto, servirebbe una sfera di cristallo".

Proviamo...

"Fino a quando il numero delle mutazioni nel genoma virale sarà relativamente basso, il sistema immunitario riuscirà a tenere sotto controllo l’infezione e a evitare la malattia grave. Se invece assisteremo a un cambiamento più radicale del virus (lo "spostamento antigenico") allora dovremo ripensare alla gestione della pandemia e trovare nuove armi e nuovi vaccini".

A chi consiglia la ’quarta dose’?

"Certamente agli over 65 e ai fragili".

E gli altri?

"Ci sono dati chiari che dicono che anche la prima versione del vaccino, quella che abbiamo fatto tutti, protegge bene dalla malattia grave causata da Omicron e dalle sue varianti, la BA.4 e la BA.5, che sono quelle oggi prevalenti in Italia. Il nuovo vaccino bivalente è ancora più potente, e i primi dati ci dicono che lo sarà ancor di più quello contro BA.4 e BA.5. Quello che bisogna sottolineare è che la risposta anticorpale a uno stimolo come quello dato da un vaccino contro il Sars-CoV-2, così come la risposta cellulo-mediata, mette in moto diversi meccanismi immunologici capaci di riconoscere anche varianti dello stesso virus. Chi ha il sistema immunitario molto efficiente e si è già vaccinato può fare un richiamo, ma dopo diversi mesi dall’ultima dose o dall’infezione, per avere una protezione più potente. Io sto per andare a farla, insieme al vaccino influenzale, uno per braccio".