Zaia e Corsini, ira contro la Grecia. "Non siamo untori

Il governatore del Veneto e l'assessore dell'Emilia-Romagna contro la decisione di Atene di imporre test e quarantena per chi entra

Andrea Corsini e Luca Zaia

Andrea Corsini e Luca Zaia

Rovigo, 31 maggio 2020 – Prima il governatore del Veneto, Luca Zaia, poi a stretto giro anche l'assessore regionale al Turusmo, Andrea Corsini. La parola d'ordine è: "Non siamo untori". L'alleanza bypartisan nasce dall'obbligo di test imposto dalla Grecia ai turisti in arrivo da quattro regioni italiane (Lombardia, Piemento e, appunto, Emilia-Romagna e Veneto). Il test implica in ogni modo una quarantena: di 7 giorni se l'esito è negativo e di 14 se invece è positivo. Come dire che, per gli abitanti delle quattro regioni sulla lista nera, la Grecia resta off limits per le vacanze.

"Non ci vedono più", tuona Zaia che sfiora - senza mai pronunciarla - la parola 'boicottaggio'. "Non siamo untori: i greci non sono ben informati sulla nostra situazione sanitaria", gli fa eco poco dopo l'assessore emiliano romagnolo che coglie la palla al balzo per invitare gli italiani a andare in Riviera per le ferie. "I turisti italiani viaggeranno in Italia e noi siamo pronti ad accoglierli", dice Corsini. "Se per andare in Grecia queste sono le regole - aggiunge - è uno stimolo a trascorrere le vacanze balneari in Italia e la nostra costa è da cinque anni la destinazione estiva più apprezzata dagli italiani", ricorda Corsini.

Ma chi ci va giù più pesante è il governatore veneto: “Mi pare allucinante – si arrabbia - Mi chiedo cosa pensino i loro operatori, sono i nostri turisti che vanno lì. Sappiano che non ci vedono più”. Zaia non risparmia una frecciata al veleno: “Esperti di sanità quelli della Grecia...”, per poi rincarare la dose e offrire il “professor Crisanti, per fare un giro di tamponi a casa loro”.

Ma non è finita: “Io, ma noi tutti - ha proseguito Zaia - abbiamo avuto sempre il mito della Grecia. Pensare che la culla della cultura nell'antichità si è ridotta a fare gli editti per escludere il Veneto, che ha legami a doppio filo con con la Grecia Facciamo una prova da loro con i tamponi - ha proseguito il presidente veneto - e vediamo che incidenza ha il virus. Perché non c'è un Paese indenne dal Coronavirus. Non siamo degli appestati, ci mancano anche di rispetto. la Grecia deve togliere la nostra regione dal bando, non esiste. Non si fa così, la Grecia è in Europa (ma lasciamo stare, perché l'Europa non sappiamo cos'è..), ma fa anche parte di Schengen”.

Il Veneto è alle porte di una nuova tornata elettorale per il voto regionale e Luca Zaia non ha ancora ufficializzato la sua candidatura per il terzo mandato da presidente. Certamente, sta spingendo perché il voto avvenga a a luglio e non a settembre, come annunciato invece dalla ministra Luciana Lamorgese. Ma c'è anche la partita nazionale: più di qualcuno vedrebbe bene una sfida per Palazzo Chigi tra due governatori in prima linea: il dem Stefano Bonaccini e il leghista ribelle Luca Zaia. Tra i due, tra l'altro, durante questa emerìgenxza c'è stata una stretta collaborazione e una unità di intenti confermata da entrambi.

"Nel giro di un paio di settimane depositeremo il nuovo piano di sanità pubblica", promette aggiungendo: "Voglio un esercito schierato, rafforzando ancora di più il territorio e le scelte che abbiamo fatto. Ci stiamo attrezzando bene - ha spiegato - anche perché non ci possiamo permettere di fare errori il prossimo giro".

Per Zaia, "ai vecchi ospedali nei quali abbiamo creato 740 posti letto nuovi diamo un colpo di chiave e li teniamo pronti per l'autunno. Non posso arrivare a ottobre con una reinfezione e avere smantellato queste strutture. Stiamo pensando a contingentare il numero di tende allestite. Negli ospedali Covid - ha aggiunto - di fatto smontiamo solo le terapie intensive 'ingombranti', che sono quelle che abbiamo allestito nelle sale operatorie".