Zaky, lettera ai familiari: "Fortuna mi assista". Aquilone sulla spiaggia di Cervia

Gli attivisti di 'Free Patrick': "Li ha rassicurati sul suo stato di salute". Il rettore Ubertini: "Lasciatelo tornare, deve finire gli studi"

Patrick Zaky, un aquilone in spiaggia a Cervia per chiedere la liberazione

Patrick Zaky, un aquilone in spiaggia a Cervia per chiedere la liberazione

Bologna, 12 settembre 2020 - “Patrick ha scritto alla famiglia e ai suoi amici in Egitto per sapere come stanno e per rassicurarli sul suo stato di salute, e mandare il suo amore agli amici di Bologna e di Granada”. Ne danno notizia su Facebook gli attivisti della campagna 'FreePatrick', che da mesi chiedono la scarcerazione dello studente egiziano dell'Alma Mater arrestato al Cairo lo scorso 7 febbraio. Nella missiva Patrick “si augura che la fortuna lo assista nella sua prossima udienza, in modo da poter riguadagnare la libertà”. Gli attivisti, infine, ricordano di non sapere ancora quando lo studente comparirà nuovamente di fronte a un giudice.

Nella nuova lettera Patrick ha chiesto anche ai familiari “la data della prossima udienza”. La famiglia, si legge sempre nel messaggio sul social network, “ha potuto lasciargli del cibo e dei prodotti per l'igiene nel luogo in cui è detenuto ed è stata rassicurata sul suo stato di salute attraverso una lettera ricevuta dalla prigione di Tora”.

Un aquilone sulla spiaggia di Cervia

Un aquilone con il disegno di Patrick Zaky vola sulla spiaggia di Cervia. Lo studente dell'Alma Mater di Bologna, raffigurato avvolto da un filo spinato, si è librato sulla spiaggia di Tagliata. Il messaggio è chiaro: Zaky voli fuori dalla prigione. Questo il senso dell'iniziativa a sostegno del giovane attivista per i diritti umani detenuto da sette mesi nelle carceri egiziane. L'evento è stato organizzato da Amnesty International Ialia, Articolo 21 e Festival dei diritti umani a cui hanno aderito anche altre associazioni. All'appelo si è unito anche il rettore dell'Alma Mater Francesco Ubertini: "Lasciategli finire gli studi", ha detto. 

Nel corso della conferenza stampa Giulia Groppi di Amnesty International Italia ha elencato le trattative commerciali e militari in corso tra Italia ed Egitto e ha detto: "Con che coraggio l'Italia porta avanti tranquillamente tutte queste trattative quando l'Egitto da quattro anni si rifiuta di collaborare per la ricerca della verità su Giulio Regeni e tiene in carcere Zaky? Questi i quesiti che abbiamo posto al governo. Crediamo debba esserci un cambio di rotta". "L'appello al governo è di non trattare con i fascisti", ha aggiunto Donato Ungaro di Articolo 21, per il quale "con chi rientra nella categoria dei dittatori non si può trattare".

L'unica colpa di Zaky, ha detto il direttore del Festival dei diritti umani, Danilo De Biasio, "è di aver scritto che in Egitto non esistono i diritti umani. E la prova è il fatto che per averlo scritto è finito in galera". L'aquilone girerà per altre città, tra le prossime ci sono Marzabotto, Conselice e Perugia.

L'appello del rettore Ubertini: "Lasciatelo tornare"

"L'intera comunità dell'Alma Mater Studiorum è unita e risoluta nel chiedere che lo studente Patrick George Zaki possa al più presto ritornare in Europa per completare il suo percorso accademico all'interno del Consorzio del Master europeo Gemma in Women's and Gender Studies", nel suo secondo anno. Si chiede in particolare "che gli sia concesso di far ritorno a Bologna, città di cui è divenuto cittadino onorario". È il messaggio che diffonde oggi il rettore dell'Università di Bologna, Francesco Ubertini, insistendo nel chiedere il ritorno a casa dello studente arrestato in Egitto.

È dallo scorso 7 febbraio, la data dell'arresto di Patrick al Cairo, che tutta Bologna si è mobilitata "per chiedere salvaguardia dei diritti umani, un processo equo, e rispetto della libertà individuale", rimarca il rettore Unibo. Che continua: "Patrick, che è ancora in attesa di processo, è in stato di detenzione da oltre 200 giorni e ha subito numerosi rinvii delle udienze e il rinnovo della carcerazione preventiva. A tutt'oggi non è dato conoscere la data della prossima udienza. Dopo più di cinque mesi di attesa, l'ultimo incontro con i famigliari risaliva infatti al mese di marzo, il 27 agosto è stato concesso alla madre di vedere Patrick e parlargli. Dai media apprendiamo che lo ha trovato, nel complesso, in buone condizioni, ma ovviamente molto provato e preoccupato".