Zona arancione: Marche a rischio? Tutto dipende dalle terapie intensive

Il ministero mette le Regioni sotto i riflettori, i contagi e l’indice Rt tengono, ma occorre prepararsi all’impatto dei ricoveri che già si prevedono

Contagi Marche, gli ospedali sono sotto pressione (Fotoprint)

Contagi Marche, gli ospedali sono sotto pressione (Fotoprint)

Pesaro, 11 novembre 2020 - Mentre il ministero mette le Regioni sotto i riflettori, ispezionando ogni parametro per confermare l’attribuzione a una zona o declassarle verso scenari più o meno vermigli, viene da chiedersi quanto comodamente le Marche possano adagiarsi in questa cornice gialla, o se non si delinei anche per loro la retrocessione, com’è successo nei giorni scorsi ad Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana e Umbria. Al momento, secondo i dati elaborati settimana dopo settimana dal Servizio Sanità della Regione, la situazione sembra stabile, ma l’unico parametro da tenere sotto controllo è quello dei posti letto di terapia intensiva. E’ lì che le Marche risultano deboli, non solo perché hanno 8,3 posti letto ogni 100mila abitanti (quando per stare tranquilli dovrebbero essercene 14). Ma anche perché l’unico dato che registra un impatto rilevante è proprio quello.

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Terapia intensiva

I dati ufficializzati ieri, ad esempio, mostrano un incremento nelle Marche di 4 posti (per un totale di 75) ma la previsione è che entro il 15 novembre se ne aggiungeranno altri 28, con una richiesta complessiva di 95 posti letto. "Il che comporta – scrive la Regione – la necessità di rivedere l’organizzazione complessiva della risposta assistenziale ospedaliera che rischia di non poter garantire le giuste risposte ai bisogni dei pazienti Covid e non Covid". In generale, nelle Marche ieri sono saliti a 600 i ricoveri per covid negli ospedali, 10 in più rispetto al giorno prima: oltre ai 75 intensivi, ci sono 149 pazienti in semintensiva e 376 in reparti non intensivi.

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Incidenza stabile

Tornando ai parametri, di cui il Ministero tiene conto per assegnare un colore alle zone, le Marche se la cavano molto bene. La crescita dell’incidenza è in fase di rallentanento, ovvero l’espansione del virus risulta stabilizzata: non c’è il raddoppio dei casi ogni settimana, ma siamo abbastanza stabili. Il dato di ieri era questo: 2608 tamponi testati, di cui 1425 nel percorso nuove diagnosi, e 504 positivi (35%), la gran parte a Macerata e Ascoli, 70 nella provincia di Pesaro-Urbino.

Indice Rt: 1,29

Sul numero di positivi si calcola anche l’indice Rt, che è un altro dei 21 parametri analizzati dal ministero. Con i nostri numeri e le nostre percentuali di crescita, l’Rt, al momento fermo all’1,29, non dovrebbe crescere granché. Quindi, in sostanza, se le Marche riusciranno ad allargare i posti letto il più possibile anche sul privato e, per i casi non gravi, utilizzando maggiormente la semi-intensiva, allora il tempo di entrata nella zona arancione si allontanerà. Infine, un parametro non compreso tra i 21, è quello dei decessi: ieri ne sono stati ufficializzati 10, 7 donne e 3 uomini, tra i 76 e i 97 anni, tutti con patologie pregresse.