Zona arancione spostamenti tra Comuni: ok dalla Regione Marche ai cacciatori. E' polemica

Intervento rapido della Regione per i selezionatori di cinghiali, mentre tante associazioni di commercianti restano a bocca asciutta

Cacciatori

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Ascoli, 22 novembre 2020 - Da ieri in tutte le Marche è ripresa l’attività per il controllo dei cinghiali dopo l’allarme che era scattato a seguito dell’entrata delle Marche nella zona Arancione. La caccia, in effetti non era stata mai chiusa, ma i cacciatori che fanno le battute di selezione dell’animale, non potendo passare da un Comune all’altro, hanno dovuto sospendere l’attività. E’ accaduto che le organizzazioni della Caccia hanno subito attivato la Regione manifestando le loro preoccupazioni per la sicurezza del territorio.

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"Il Prefetto Antonio D’Acunto, che ringrazio, ha espresso un parere positivo alla nostra richiesta avanzata subito dopo che le Marche sono diventate zona arancione" ha detto il vice presidente della regione Mirco Carloni. Il risultato è stato raggiunto in tempi rapidi, poiché il prefetto di Ancona, Antonio D’Acunto, che il vice presidente Carloni, nella nota ringrazia sentitamente per l’attenzione e la sensibilità, ha comunicato che si può autorizzare la mobilità dei cacciatori per raggiungere le rispettive aree di caccia al cinghiale in forma collettiva dalla propria residenza. Peccato che l’autorizzazione arrivi negli stessi giorni delle proteste, più o meno accese, di parrucchieri, barbieri, estetisti e in generale degli operatori alla cura della persona proprio perché, causa Dpcm, i loro clienti non possono raggiungerli.

Francesco Balloni, direttore Cna Picena: "Sarebbe corretto stabilire un raggio di movimento in termini di chilometraggio per le persone rispetto a tutte le attività. Per noi salute e lavoro sono le priorità, ci auguriamo che siano messe ai primi posti: ci aspettiamo delle battaglie quindi anche per le attività produttive. Tutto è importante, ma diamo delle priorità ".

Stesso dicasi per altre diverse attività commerciali e in un territorio come il Piceno, al confine con l’Abruzzo, il problema è molto sentito. Sulla riapertura della caccia al cinghiale, ottenuta in maniera fulminea, hanno protestato anche numerose sigle ambientaliste perché, secondo loro, gli assembramenti non verranno evitati. Qui sotto ospitiamo i diversi punti di vista su un problema, quello dei cinghiali, mai risolto.