Zona gialla dal 26 aprile: Emilia-Romagna, Marche e Veneto verso la promozione

Dati in netto miglioramento per le tre Regioni che si preparano ad entrare in zona gialla dal 26 aprile. Tutti i parametri sanitari sono in calo e gli indici Rt rimangono sotto l’1. L’analisi del monitoraggio Covid-19 e gli scenari futuri

Zona gialla dal 26 aprile 2021: i dati di Emilia-Romagna, Marche e Veneto

Zona gialla dal 26 aprile 2021: i dati di Emilia-Romagna, Marche e Veneto

Bologna, 18 aprile 2021 – Arancione confermato per Emilia-Romagna, Marche e Veneto come previsto, ma potrebbe essere l’ultima settimana con queste restrizioni. Infatti, dal 26 aprile torna la zona gialla, liberando l’Italia dalla morsa dei divieti una settimana prima. Nelle regioni gialle, anche se si tratta di un ‘giallo rafforzato’, non solo ci saranno più aperture (aperti ristoranti e bar a pranzo e a cena, ma solo all’aperto e riaprono anche cinema e teatri), ma sono anche consentiti più spostamenti e la novità è proprio questa: dal 26 aprile ci si potrà spostare anche tra regioni gialle o di colori diversi. In quest’ultimo caso, però, servirà un documento che attesti la vaccinazione o l'esecuzione di un tampone negativo 48 ore prima.

Aggiornamento Covid in Emilia Romagna: i dati del 19 aprile

Il calendario proposto dal Governo, che verrà ufficializzato con un decreto la settimana prossima, propone anche l'apertura di piscine e stabilimenti balneari dal 15 maggio, di palestre l'1 giugno e di fiere e parchi tematici l'1 luglio.

Mentre i parametri sanitari a livello nazionale sono ottimistici, con un indice Rt che al 16 aprile cala a 0.85 (dallo 0.92 della settimana prima) e l'incidenza (quanti casi positivi ci sono ogni 100mila abitanti) cala da 210.8 a 160.5; anche i dati di Emilia-Romagna, Marche e Veneto, secondo l'ultimo monitoraggio del Ministero della Salute (il numero 48, che prende in esame la settimana dal 5 all'11 aprile), sono positivi e tutti in ribasso. Dati che sarebbero già da zona gialla, per questo se non ci sarà un peggioramento dal 19 al 25 aprile, il cambio di colore è molto vicino. 

Ecco l'analisi approfondita dell'ultimo monitoraggio dei dati Covid-19. (Qui l'analisi del monitoraggio precedente, il numero 47).

Emilia-Romagna

Buone notizie per l'Emilia-Romagna che finalmente vede abbassarsi l'incidenza (quanti casi ci sono su 100mila abitanti) e scende sotto 200: 161.22 per la precisione. Con l'ulteriore calo anche dell'indice Rt (da 0.81 a 0.78, mentre l'Rt nazionale è di 0.85) si vive un clima più rilassato. 

Ci sono stati meno casi di positività in questa settimana: 7.197 a fronte dei 10.117 dal 29 marzo al 4 aprile e i 12.780 dal 22 al 28 marzo. Con questi circa 7mila casi settimanali si è tornati ai livelli di fine gennaio-inizio febbraio, quando la regione era in zona gialla e anche Rt e incidenza avevano valori simili. Così rimane ‘bassa’ la valutazione di probabilità di diffusione del virus.

La grande differenza rispetto a quel periodo è data dall'occupazione degli ospedali che non era critica. Non lo è più nemmeno ora, ma i dati non sono ancora completamente rientrati nella zona di sicurezza, nonostante si registri un calo promettente. Secondo i dati di Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), le terapie intensive passano dal 45% del 9 aprile al 41% del 16 aprile, mentre la media italiana è del 37%. I reparti Covid non critici calano dal 45% al 36% e quest'ultimo è un buon dato, visto che è sotto la media nazionale del 38%. Anche se di poco queste percentuali collocano ancora la Regione dentro la zona arancione, per questo la valutazione di impatto sugli ospedali rimane ‘alta’.

La classificazione complessiva di rischio rimane ‘moderata’. Situazione quindi promettente. L'unica nota stonata è data da un nuovo valore dell'incidenza, che è quello calcolato dal 9 al 15 aprile (quindi più aggiornato) che è di 181. Significa che l'incidenza, anziché continuare a calare, sta salendo. Se raggiunge almeno quota 200, il rischio è che la regione rimanga arancione, mentre serve un valore di 250 per la zona rossa. 

Per ora, comunque, questi dati sono da zona gialla. Se miglioreranno anche gli ospedali così come sta accadendo, il nuovo colore sarà confermato

Marche

Una delle urgenze delle Marche è quello di dare tregua agli ospedali e dopo più di sei settimane di criticità, si registra un miglioramento che rende ottimisti. L'occupazione dei reparti Covid non critici è scesa a 44%. Un dato che non si è mai visto da gennaio 2021: non è mai stato così basso. Anche se è una percentuale classificabile ancora come 'da allerta', il balzo in giù che è stato fatto nel giro di una settimana è più che favorevole. La settimana scorsa, infatti, i reparti Covid erano ancora al 53%. Le terapie intensive erano al 54% e ora sono al 44%. Quindi molto bene e la valutazione di impatto sugli ospedali passa a 'moderata'.

L'indice Rt, invece, sale di poco: da 0.86 a 0.9. Unico dato che stride. Per il resto, sono in calo sia incidenza sia casi settimanali. La prima scende da 194.36 a 137.77, anche il valore più aggiornato (quello dal 9 al 15 aprile) registra un ulteriore rialzo dell'incidenza a 155. Questi due valori (Rt e incidenza) potrebbero creare qualche problema la settimana prossima se continuano ad alzarsi. 

Però i casi settimanali sono stato 2.084, a fronte dei 2.940 della settimana scorsa e i 3.430 della settimana 22-28 marzo. Quindi la valutazione di probabilità di diffusione del virus è 'bassa', mentre rimane 'moderata' la classificazione complessiva di rischio.

Reparti ospedalieri a parte che sono da zona arancione, tutti gli altri parametri sono da zona gialla. Visto il notevole calo dell'occupazione degli ospedali, il cambio di colore è sempre più vicino anche per la Marche. 

Veneto

Il Veneto ha avuto criticità dall'8 al 21 marzo con Rt e incidenza, che infatti lo avevano fatto passare in zona rossa. Ora però sembra che il peggio sia passato che dopo l'inversione di rotta della settimana scorsa, anche in questa settimana si conferma il miglioramento di tutti i parametri

Iniziamo dall'Rt. Scende da 0.96 a 0.81 e passa sotto l'Rt nazionale di 0.85. I casi settimanali sono stati 6.387 (9.160 dal 29 marzo al 4 aprile; 11.603 dal 22 al 28 marzo). Bene l'incidenza che è la più bassa delle tre regioni e passa da 187.74 a 130.9. Con questi dati si torna ai tempi di inizio-metà febbraio quando la regione era in zona gialla. Il valore più aggiornato dell'incidenza (quello dal 9 al 15 aprile) è di 134, non c'è quindi un aumento rilevante.

Gli ospedali, invece, sono sempre stati sotto le medie nazionali. C'è stato qualche aumento percentuale nell'ultimo mese, ma ora le occupazioni tornano a calare. Le terapie intensive passano dal 30% del 9 aprile al 24% del 16 aprile e viene così scongiurato l'aumento che si era registrato la settimana scorsa. Continuano a scendere i reparti Covid non critici da 27% a 22%.

A differenza di Emilia-Romagna e Marche che non registrano allerte, il Veneto ne ha una. I servizi sanitari regionali sono sempre sotto controllo, affinché siano in grado di effettuare accertamento diagnostico, indagine e di gestione dei contatti. In Veneto il parametro che riguarda la 'possibilità di garantire adeguate risorse per contact-tracing, isolamento e quarantena' ha un valore del 71.2% quando il livello ottimale dovrebbe essere del 100%. Questa allerta significa che 'il numero e la tipologia di figure professionali dedicate a livello locale riportato come non adeguato in base agli standard raccomandati a livello europeo'.

Tutte le valutazioni dei parametri del monitoraggio, comunque, sono 'basse' e la Regione ha le carte in regola per tornare gialla il 26 aprile.