VALERIO BARONCINI
Cultura e spettacoli

Gli 80 anni di Gianni Morandi, l’eterno ragazzo apre la scatola dei ricordi

Il cantante compie gli anni mercoledì prossimo e seguirà il Bologna in coppa a Lisbona: “Festeggerò in Champions”. E poi: “E’ un periodo abbastanza buono, devo solo passare questo muro”

Gianni Morandi superospite dell’ultimo Festival di Sanremo, lo scorso 8 febbraio

Gianni Morandi superospite dell’ultimo Festival di Sanremo, lo scorso 8 febbraio

Bologna, 8 dicembre 2024 – Il tempo migliore forse non c’è. E Gianni Morandi lo sa non solo per il titolo di un album di qualche anno fa, ma perché più volte alla domanda “E il tempo che passa?” (sentita a 20 anni, quelli di In ginocchio da te e delle vendite record; ai 30 dei successi e del silenzio; ai 40 della transizione e della tivù; ai 50 e ai 60 di Sanremo e del trionfo nazionalpopolare; ai 70 della meraviglia social e dell’ennesima rinascita), la risposta non è mai cambiata: “Cos’è il tempo? Io sono fortunato. Ho avuto tanto”. Tante domande, tante vite. Sempre diverse: ieri, oggi, domani.

Per l’eterno ragazzo figlio del ciabattino di Monghidoro, per il simbolo dell’Italia del Boom e dei due secoli, per l’artista-padre-nonno che mercoledì 11 dicembre compie 80 anni, il presente è sempre contato, sì. E il passato ha acquisito una dimensione preziosa, ma mai autoreferenziale: senza storia né storie nulla si fa. Ma di certo Gianni non accumula cimeli, trofei, fotografie.

Gianni Morandi e Lucio Dalla
Gianni Morandi e Lucio Dalla

C’è una scatola custodita dalla moglie Anna Dan, nella casa di San Lazzaro: bona lè, va bene così, si direbbe in bolognese. “E’ un periodo abbastanza buono, devo solo passare questo muro”, scherza oggi Gianni. Il muro è quello degli 80, un periodo dove “tutti ti chiamano, ti propongono un libro, un film, una serata”.

Ma chi lo conosce, sa che Morandi non ama parlarne: “Sono uno che non ama moltissimo questi festeggiamenti. Il mio regalo di compleanno? Vado a Lisbona a vedere il Bologna giocare in Champions League, è il mio regalo”. Lo aveva detto da Gianluca Gazzoli nel suo podcast, “ci eravamo già prenotati da tempo”.

E il Bologna è sempre stata una costante della vita di Morandi: “Avevo vissuto l’anno dello scudetto, quello del 1964, l’anno di ‘In ginocchio da te’: sembrava tutto eccezionale”.

In occasione dei suoi 70 anni, in un colloquio con il Resto del Carlino, Morandi aveva espresso un desiderio: “Vedere il Bologna calcio in Europa”.

Ci è riuscito dieci anni dopo: “E mi ricordo pure della partita contro l’Anderlecht nel ’64, persa con la monetina, perché anche all’epoca eravamo in Coppa dei Campioni”.

Gianni Morandi, tifosissimo del Bologna, allo stadio Dall’Ara
Gianni Morandi, tifosissimo del Bologna, allo stadio Dall’Ara

Sessant’anni dopo la stessa Coppa, lo stesso Bologna, lo stesso Morandi. O forse un altro? Gianni vorrebbe un altro regalo, chissà, magari per l’ennesimo traguardo, oltre a Lisbona: “Andare ad Alfonsine”. Per chi non lo sapesse, Alfonsine è un paesone nella Bassa Ravennate, terra di confine con il Ferrarese, terra di scariolanti e bonifiche, una delle storiche capitali del Partito comunista. E lì, era il 20 aprile del 1958, Gianni Morandi fece il suo debutto cantando Lazzarella di Domenico Modugno. “Mi piacerebbe tornarci oggi e vedere che fine ha fatto quel posto”, dice Morandi.

Faceva un gran caldo: lo spazio tra case sparse, i primi palazzi e i vecchi acquitrini addomesticati dall’uomo, era quello dell’allora Arena Unità, gestita fra gli altri da Jader Pattuelli detto ‘Pomata’.

Arrivarono da Bologna, Gianni era uno dei cadetti della maestra Alda Scaglioni e lì partì un’avventura straordinaria. “Avevo i calzoni corti e un maglione fatto da mia mamma per l’occasione”, racconta. Adesso quell’arena non c’è più: fu sostituita da un locale, il Milleluci. E pure il Milleluci non c’è più. Ora una piazza e nuovi edifici hanno rammendato l’urbanistica di un territorio sempre in crescita, come quel ragazzino dalla voce squillante: “Ma il ricordo di quella serata è ancora vivido, per noi di Alfonsine è un orgoglio – racconta il sindaco della cità, Riccardo Graziani –. Sarebbe splendido avere Morandi da noi, lo invitiamo ufficialmente, è il nostro cuore”.

Da Alfonsine a Monghidoro, sull’appennino bolognese, Gianni Morandi è sempre ieri, oggi e domani. Riapre infatti il cinema Aurora, un cinema storico, nato nel Dopoguerra, e diventato famoso proprio per aver ospitato i primi passi del giovane Gianni, bambino addetto alle vendite del bar e poi protagonista dei primi ‘concerti’. Morandi aveva nove anni e si esibì non professionalmente per la prima volta in pubblico con un microfono dalla cabina di proiezione, cantando Claudio Villa.

Si arriva a oggi, con L’attrazione e la collaborazione di Jovanotti e i nuovi e vecchi brani con tanti altri, il trentaseiesimo album in studio e un tour... chissà. Gianni Morandi spesso pensa a Lucio Dalla, “il mio amico Lucio: lui, per me, c’è ancora”. Anche a dodici anni dalla morte: “Dentro di me, come dentro tutti i bolognesi, Lucio non se n’è mica andato”.

Prima di partire per Lisbona, a Roma, Gianni è stato con i figli Marianna e Marco alla prima dello spettacolo Benvenuti a casa Morandi. L’altro figlio Pietro ha cantato con lui C’era un ragazzo. Icona, simbolo. Famiglia. L’uomo senza tempo. L’eterno ragazzo che vive – da sempre – nel futuro.