L’epopea omerica entra a gamba tesa tra le canzoni del pelide Achille (Lauro), atteso domani all’Arena della Regina di Cattolica con la sua Summer Fest - A rave before L’Iliade, assaggio estivo del kolossal da palasport Ragazzi madre - L’Iliade, in programma in ottobre a Milano e a Roma. "Ho sempre cercato di creare dei concept musicali legati a determinate epoche o a certi mood", spiega l’eroe di Rolls Royce a proposito di questi ’rave’ sotto la luna. "In una stagione tradizionalmente votata al divertimento come l’estate, volevo portare uno spettacolo strano, ibrido, che riprendesse stili e concetti di quel movimento underground anni Novanta di cui in qualche modo ho fatto parte anch’io, vivendolo attraverso mio fratello che ha cinque anni più di me".
Vale a dire?
"Esteticamente e musicalmente parlando, ho voluto inserire sfumature di quel tipo con sonorità un po’ più techno-underground unite al mio mondo rockstar-cowboy, ma anche 2040. Insomma, una nuova visione di me che mette uno difronte all’altro Jim Morrison e Travis Scott, fra vent’anni".
Come si trova nella giuria di ’X Factor’ con Manuel Agnelli, Jake LaFuria e Paola Iezzi?
"Manuel dice che in trasmissione da tanto non si respirava un clima così. E di lui mi fido. Il bello di quest’anno è la presenza di una giuria fatta di persone che si stimano. E si divertono. A causa degli impegni non chiudo occhio da mesi, ma va bene così".
Tra i più impellenti c’è il singolo ’Banda Kawasaki’ con Salmo e Gemitaiz, che già è uscito il remix.
"Sono tornato da un lungo periodo negli Stati Uniti con tante grandi canzoni e tanta musica sperimentale, tra cui questo nuovo singolo che mi sembrava ideale per radunare un po’ di amici. Il concetto con cui mi sono avvicinato al progetto è che spesso le grandi cose nascono dal basso. Così ho pensato di ripartire dalla comunità milanese Kayros, che seguo ormai da tempo perché ritengo il suo metodo riabilitativo all’avanguardia. Il remix nasce dal desiderio di valorizzare i ragazzi coinvolgendoli nel pezzo perché non rimangano solo comparse nel video".
Lei è cresciuto sulla strada, ma non c’è nato. Quanto questa doppia anima le è poi servita a capirne i problemi?
"La strada alla fine che cos’è? Un appoggio emotivo esterno nel momento in cui hai bisogno di trovarti un nucleo ‘familiare’ alternativo a quella famiglia in cui hai dei problemi. O, almeno, questo è stata per me. Per tanti ragazzi che ho incontrato in comunità i problemi nascono innanzitutto da uno stato di emarginazione e di abbandono emotivo. Quindi l’amore diventa decisivo nella loro opera di reinserimento".
Dopo ’X Factor’ cosa c’è per lei in tv?
"Se vuol sapere quali sono le mie intenzioni su Sanremo, rispondo che se trovo una mia Vita spericolata se ne può parlare. Se no non ha senso".
A proposito, durante la trasferta americana è andato a casa di Vasco a Los Angeles. Quale consiglio che le ha dato?
"Mia ha spiegato che molte delle sue canzoni, anche se parlano di donne, in realtà parlano di lui. E questo le sfronda delle tante sovrastrutture in cui incapperebbero se fossero autoriferite. Consiglio d’oro per un autore. Un po’ quello che è successo a me quando ho scritto Marilù".
Si riconosce nella definizione "un bravo ragazzo, un po’ eccentrico".
"Mi riconosco in un gran lavoratore che sogna in grandissimo e non ha paura di farlo. Ma chi l’ha detto?".
Suo padre.
"Diciamo che, quanto ad eccentricità, posso fare molto, molto, di più".