di Andrea Spinelli
"Il tour va avanti da febbraio e, nonostante le decine di date già fatte, ogni sera tutta quella gente sottopalco mi mette addosso ancora una strana sensazione", ammette Alfa, nell’attesa di portare domenica le canzoni del suo terzo album Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato in piazza Garibaldi a Porto Sant’Elpidio (Fermo). Merito di Sanremo, del decimo posto di Vai! ("al di là di ogni immaginazione per uno nato sul web come me") e di un’avventura pop costruita passo dopo passo, a cui però un anno fa il successo di Bellissimissima ha dato un impulso decisivo.
"È stupendo vedere che il tuo lavoro sta arrivando" prosegue lui, all’anagrafe Andrea De Filippi, classe 2000. "Il fatto che quest’anno l’estate ci abbia messo un po’ a ingranare ha agevolato le cose, perché il caldo afoso è arrivato tardi e questo ci ha permesso di fare concerti a temperature accettabili e alcuni pure sotto la pioggia, la mia dimensione preferita".
E perché mai?
"Perché la pioggia annulla ogni tipo d’imbarazzo che il concerto crea tra chi sta sopra e chi sotto al palco. Lo dico tanto sia da cantante che da spettatore. Due mesi fa ho assistito al secondo concerto di Ed Sheeran a Lucca e, mentre dal cielo rovesciava di tutto, è stato divertentissimo starmene sottopalco a godermi fino in fondo quel momento tra la gente".
Sei mesi dopo Sanremo, Vai! è ancora nella Top 100 italiana. Soddisfatto?
"Sia per il numero di cantanti che per qualità dei brani in gara è stata un’edizione del Festival molto competitiva. Il fatto di essere ancora in classifica m’inorgoglisce, perché Vai! non è un pezzo rap, pop o indie, ma country. Questo vuol dire, forse, che la strada del folk può avere degli sviluppi interessanti. Un po’ la mia scommessa".
Quando le cose vanno così bene, non c’è il rischio che il pezzo del Festival finisca per schiacciare quelli successivi?
"Per quel che mi riguarda, ho rinunciato all’inedito estivo. Perché su questo mio ultimo album ho sudato talmente tanto che dargli solo poche settimane di vita mi sarebbe dispiaciuto".
Vecchioni è stato molto generoso nel riconoscerle il merito, col duetto di Sanremo, di aver spinto la sua Sogna ragazzo sogna verso il disco d’oro.
"Che un pilastro del cantautorato italiano come quello, entrato nel dna dei ragazzi e della gente in generale, in venticinque anni non avesse ancora raggiunto il traguardo del disco d’oro, la dice lunga sulla relatività dei numeri. Ecco perché un riconoscimento tardivo di questo tipo ha il sapore del riscatto".
Suo papà, grandissimo fan di Vecchioni, come l’ha presa?
"Fatica ancora a capacitarsi del fatto che questa cosa è accaduta grazie a me. Proprio qualche settimana fa, però, alla ‘serata karaoke’ del camping di Albinia che frequentiamo da vent’anni, ha sostituito il suo cavallo di battaglia Luci a San Siro con Sogna ragazzo sogna. Un evento".
Il più bel riconoscimento del post-Sanremo?
"Solo 15 giorni dopo il Festival ho cantato in un Forum di Assago pieno. E l’emozione è stata enorme. Forse, però, la sorpresa più grossa è stata quella di vedermi fermare per strada da un ragazzino che m’ha detto di aver iniziato a suonare la chitarra grazie alle mie canzoni".