Bruce Springsteen, ecco perché si chiama ‘The Boss’: significato, età e storia

Tutti conoscono la grande rockstar americana, ma pochi conoscono i dettagli della sua vita privata e soprattuto la ragione del suo soprannome

Bruce Springsteen 'The Boss' in concerto

Bruce Springsteen 'The Boss' in concerto

Bologna, 17 maggio 2023 - La fama di Bruce Springsteen, rockstar americana attualmente impegnato nel suo tour 2023 che lo porterà insieme alla E Street Band a Ferrara, a Roma e poi a Monza, fa sì che un po’ per tutti l’artista sia il Boss. Già, infatti è proprio The Boss il soprannome con cui il mondo ha conosciuto i suoi successi e in modo affezionato chiama il grande artista. Ma perché si chiama The Boss? Ecco la risposta insieme ad alcuni dettagli della sua vita privata.

Chi è e quanti anni ha Bruce Springsteen

Bruce Frederick Joseph Springsteen nacque il 23 settembre 1949 a Long Branch, un comune nello Stato del New Jersey. Crebbe insieme alle due sue sorelle Virginia e Pamela a Freehold, con il padre Doug di origini irlandesi e olandesi e la madre Adele di origine italiana. Pare infatti che la famiglia fosse emigrata negli Stati Uniti alla fine dell’800 dalla penisola sorrentina. La sua infanzia non fu rose e fiori. La sua famiglia aveva difficoltà economiche e la sua esperienza scolastica fu contraddistinta da una rigida educazione cattolica. Ad aiutare il giovane Bruce, tuttavia, c’era la musica. A folgorare il futuro artistico fu un’esibizione in tv di Elvis Presley, nel 1956. Crescendo, crebbe anche l’amore per le sette note e il repertorio musicale, che si avvicinò sempre più al british rock, con la musica dei Beatles, dei Rolling Stones e degli Who.

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L’esordio musicale

Nel 1965, Springsteen mosse i suoi primi passi da musicista diventando il chitarrista del gruppo The Rougues. Il suo primo, discreto successo con le band giovanili lo ebbe con la band Steel Mill ad Asbury Park, città con una fervente attività musicale e in cui conobbe diversi artisti. La band ebbe sempre più successo e cambiò il suo nome nell’attuale E Street Band. La casa discografica Columbia Records si accorse qui del potenziale di quei ragazzi, destinati a diventare leggende del rock. Nel 1973 uscì il primo album, Greetings from Asbury Park, N.J., presentato però come genere folk, non rock. Pare infatti che la casa discografica fosse intenzionata a fare di Bruce il “nuovo Bob Dylan”. Tale mossa, tuttavia, non venne compresa dal pubblico e di primo acchito la critica non apprezzò il disco. Ma niente ha potuto fermare il talento del giovane Bruce, e grazie alle sue performance live riuscì ben presto ad ammaliare gli spettatori. Per il grande successo bisognava aspettare il 1975, anno in cui compose Born to run. Negli anni a venire, conquistando le vette, Bruce Springsteen divenne ben presto l’icona mondiale qual è oggi, tra i massimi simboli del rock del Novecento. Ad oggi, l’artista conta più di 120 milioni di dischi venduti in tutto il mondo e diversi premi tra Grammy, Emmy Awards, Oscar e Golden Globe.

Perché viene chiamato The Boss?

Pare che il soprannome derivi dal suo ruolo di leader con la E Street Band. Infatti, Springsteen è sia il frontman principale del gruppo musicale sia il produttore finanziario della loro attività. Inoltre, ha sempre sostenuto la sua squadra, incoraggiando i suoi compagni e dirigendo i lavori sul palco e dietro le quinte. Con lealtà e stoffa da leader si è dunque conquistato l’appellativo, che tuttavia ha avuto risalto mediatico grazie ai giornalisti, che dopo ‘Born to run’ – brano che lo consacrò una rockstar – iniziarono a chiamarlo così.

Vita privata, moglie e figli

Bruce ha avuto due matrimoni. Il primo con l’attrice Julian Philips nel 1985, incontrata durante il suo tour “Born in the Usa”. Ma in pochi anni l’amore tramontò, e la nuova fiamma del Boss diventa Patti Scialfa, una corista della E Street Band. Con lei, l’artista si risposò ed ebbe tre figlie: Evan, Jessica e Samuel. Nel 2023 la coppia festeggia 32 anni di matrimonio.

Dalla musica ai film

Considerato il successo internazionale non è difficile immaginare quanti film abbiano in colonna sonora le sue canzoni. Basti pensare a Streets of Philadelphia, per il film di Jonathan Demme ‘Philadelphia’; canzone che si aggiudica un Oscar alla miglior canzone nel ’94. Ma accanto alle colonne sonore, Bruce può vantare anche un ruolo protagonista in alcuni film. Nel 2000 appare come cameo nel film Alta Fedeltà, firmato dal regista Stephen Frears. Nel 2013, Springsteen diventa il protagonista del documentario autobiografico prodotto da Ridley Scott, Springsteen & I. Memorabile anche il caso di Blinded by the Light. Travolto dalla musica (Blinded by the Light), un film del 2019 diretto da Gurinder Chadha, che racconta l’ossessione adolescenziale di un giornalista del The Guardian per Bruce Springsteen. La colonna sonora, in questo caso, vede riprodurre tra i brani di maggior successo dell’artista. Sebbene Springsteen sia impegnato nel tour 2023, tra cui si segnala l’attesissima data di Ferrara, prosegue in parallelo la sua carriera cinematografica. Il prossimo 2 e 3 dicembre, infatti, uscirà nelle sale italiane Western Stars, il film-concerto di Bruce.