
Quello della memoria è un mestiere che Filippo Graziani pratica con slancio e devozione filiale nello spettacolo con cui approda...
Quello della memoria è un mestiere che Filippo Graziani pratica con slancio e devozione filiale nello spettacolo con cui approda stasera al teatro Celebrazioni di Bologna per omaggiare gli 80 anni del padre Ivan. Ad ottobre, infatti, l’autore de ’I lupi’ avrebbe festeggiato il compleanno, facendo stridere le corde di quella Gibson che ha portato con sé pure là dove si trova ("l’ho fatto seppellire con la sua chitarra perché abbracciasse lei nell’attesa di riabbracciare me" racconta la moglie Anna) sulle note di ’Pigro’, ’Dr. Jeckyll and Mr. Hyde’, i canti a squarciagola di ’Fuoco sulla collina’ e le scarpe da tennis bianche e blu di ’Lugano addio’. Tutto senza tralasciare quei suoi complessi mondi femminili popolati di Isabelle, Monne Lise, Agnesi, che Filippo riscopre assieme al basso di Francesco Cardelli, alle chitarre di Lorenzo Fornabaio, alle tastiere di Stefano Zambardino, al violino di Marco Benz Gentile e alla ritmica del fratello-batterista Tommaso Graziani. L’attesa esibizione di Mario Biondi, invece, purtroppo non ci sarà a causa di un’indisposizione che ha costretto il cantante al forfait.
"Deve passare un po’ di vita per capire fino in fondo certe canzoni e diventare credibili nel riproporle, anche perché le mie preferite stanno nel primissimo periodo di Ivan, quello di album come ‘Desperation’ e ‘La città che io vorrei’, ma anche in ‘Seni e coseni’ che reputo il disco della sua maturità espressiva" racconta lui, che aveva solo 15 anni quel primo gennaio 1997 in cui papà se n’è andato. "All’inizio giravo i locali con gli Stoner-Rock Carnera facendo cover dei Rolling Stones, ma alla fine spuntava sempre qualcuno a chiedermi ‘Monna Lisa’. Così ho capito che dovevo venire a patti col mio cognome e ho iniziato a cantare pure il repertorio di famiglia. Anche se oggi alcune canzoni di papà, parlando di disagio, droga, prostituzione, suonano quasi come una sfida al ‘politically correct’ di questi tempi". L’anno scorso Colapesce e Dimartino hanno completato e inciso (con la sua voce) l’inedito ’I marinai’, mentre Zucchero ha rifatto ’Agnese’ nella raccolta ’Discover II’, ma i mondi di Ivan Graziani continuano ad influenzare pure generazioni più giovani. "A mio avviso, uno dei più affini a lui e alle sue canzoni è Lucio Corsi, anche per quella dimensione di provincia in cui sono immerse le canzoni che scrive". In scena pure un’installazione di Marco Lodola. "Con lui ci conosciamo da quando ha realizzato la statua luminosa di papà in Largo San Matteo, nel cuore di Teramo, diventata tappa fissa dei fan – precisa Filippo –. Così, nel momento di mettere in piedi questo tour celebrativo, l’ho chiamato e lui ha realizzato, nel suo stile, la torta di compleanno che abbiamo sul palco".
Ma, 28 anni dopo, che domanda farebbe Filippo a papà Ivan? "Avendo un figlio di due anni, gli chiederei probabilmente che nonno gli sarebbe piaciuto essere".
Andrea Spinelli