Sembra quasi un prologo internazionale.
Crescono nel mondo le attenzioni verso George Gordon Byron (1788-1824), più noto come Lord Byron, illustre poeta e letterato inglese, particolarmente impegnato, soprattutto nei suoi ultimi anni di vita, per gli ideali di libertà dei popoli europei.
A due secoli di distanza, Byron continua ad essere al centro delle attenzioni culturali internazionali, non solo per la qualità dei suoi scritti, ma anche per il suo genio e la sregolatezza della sua vita privata (che allora produsse scandali) e ancor più per gli ideali di libertà nell’Europa delle restaurazioni post napoleoniche decise dal Congresso di Vienna nel 1815.
Ora è in corso a New York (fino al 12 gennaio 2025), alla New York Public Library, una importante mostra proprio su ’Byron: una vita in movimento’ che ripercorre la sua vita fin dall’infanzia e giovinezza in Gran Bretagna dove, giovanissimo, raggiunse la fama come scrittore e poeta. La mostra evidenzia il Gran Tour che Byron effettuò fra il 1809 e il 1811 per Portogallo, Spagna e Malta, poi in Grecia, dove si trattenne a lungo, per spingersi, per qualche mese, fino a Costantinopoli, dove anche attraversò a nuoto lo stretto dei Dardanelli.
Nel 1816 Byron partì dalla sua Inghilterra per il Belgio e poi Ginevra, quindi passò da Milano per raggiungere Venezia dove risiedette tre anni, diventando uno dei protagonisti della vita nella ex capitale lagunare che, dopo aver perso nel 1797 la millenaria indipendenza della sua Repubblica, e dopo il periodo napoleonico, cercava di ritrovare i ritmi abituali delle sue tradizioni.
A Venezia Byron scrisse molto, sviluppò le sue tendenze libertine, cavalcava quasi ogni giorno al Lido e da lì tornava a nuoto alla sua abitazione nel centro storico. A Venezia conobbe Teresa Gamba Guiccioli, la giovane ravennate di cui si innamorò e che seguì a Ravenna, dove a lungo abitò anche nel palazzo del conte Guiccioli, marito di Teresa. Gli anni ravennati furono meno sregolati, perché quello con Teresa fu amore vero e appassionato: Byron continuò intensamente nelle sue attività letterarie e poetiche, anche emozionato dalla Tomba di Dante a Ravenna, continuò le sue cavalcate, questa volta nelle storiche pinete dove frequentemente incontrava una setta di patrioti carbonari detta degli “Americani”. Proprio per la sua vicinanza e sostegno a Ravenna alla Carboneria, dopo i falliti moti del 1821, Byron dovette lasciare l’antica capitale bizantina e lo Stato Pontificio per riparare nella più tollerante Toscana, in particolare a Pisa, prima di tornare in Grecia per sostenerne la lotta per la libertà dalla dominazione turca e dove trovò la morte (per malattia).
La ’vita in movimento’ di Byron è ricostruita ora nella mostra a New York sulla base di documenti e oggetti d’epoca, manoscritti, dipinti e stampe, per descriverne la sua complicata esistenza. La mostra di New York appare come un prologo internazionale per l’imminente apertura, in questo autunno, del grande museo dedicato a Byron e al Risorgimento, realizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna proprio nel complesso di Palazzo Guiccioli a Ravenna, dove il poeta soggiornò con intensa frequentazione della sua ispiratrice Teresa.
Il Museo Byron di Ravenna sarà unico in Europa al di qua del Canale della Manica, con tanti manoscritti, documenti, stampe e dipinti, con cimeli della vita quotidiana e affettiva sua e di Teresa ed anche con le più moderne tecnologie interattive che faciliteranno la conoscenza della sua vita e delle sue opere e dell’impatto che ebbe Byron in Europa, soprattutto in Italia e in particolare a Venezia e a Ravenna.