Sono passati sette mesi dall’arrivo di Costantino D’Orazio alla direzione ad interim dei Musei Nazionali di Bologna-Direzione regionale Musei Nazionali Emilia-Romagna. Si era appena sentito lo scossone del mancato rinnovo di Maria Luisa Pacelli da parte del ministero, che aveva nominato D’Orazio, forte della sua esperienza nella Direzione Regionale Musei Umbria. E di idee in campo ne ha messe parecchie. L’interim scade a marzo 2026 e a Bologna, si sa, non sarà direttore: non ha partecipato infatti all’interpello (le candidature si sono chiuse ieri), atto che ridisegna la geografia di 175 dirigenti, sovrintendenze e musei compresi. Entro luglio il quadro dovrebbe comporsi.
D’Orazio, ancora non si sa quanto durerà il suo incarico, ma quale visione ha avuto per legare realtà museali così differenti e lasciare un suo segno?
"Sono tre le parole chiave, tre linee guida di ogni mio mandato. La ricerca, perché le nostre scelte non sono state dettate dal gusto. L’accessibilità, non solo con l’abbattimento di barriere architettoniche, ma anche con l’accompagnamento di supporti didattici e multimediali. Infine, il coinvolgimento: in questi mesi ho parlato con tutti. Anche perché questi sono musei della comunità. Un esempio: in Pinacoteca, c’è una collaborazione con Cadiai per l’accoglienza di persone con Alzheimer".
Mesi fa aveva annunciato una svolta social.
"Abbiamo iniziato. Già sui canali della Pinacoteca si possono vedere i primi reel nelle gallerie. Ma tutti i musei saranno coinvolti nella nuova campagna".
Oltre ai finanziamenti Pnnr, avete chiesto ulteriori fondi al Ministero, di che cifre parliamo e dove?
"Per Sarsina l’investimento è aumentato di quasi un milione, fra fondi di bilancio e stanziamenti extra. Questa è stata la sfida più stimolante perché l’idea di riallestire un museo non c’era".
Tema personale: come è la situazione nei vari musei?
"Riusciamo a tenere aperte tutte le sedi ed è un miracolo perché la carenza delle persone di custodia è un problema che viene da lontano. Abbiamo speranza che il concorso imminente del Ministero per 1.200 dipendenti possa dare respiro".
Come si sta trovando in una città come Bologna?
"Ho un rapporto bellissimo con l’Accademia e molto efficace con il Comune. Molte associazioni si sono fatte avanti: ad esempio San Mattia è un luogo in cui lavorano molti operatori". E questa vita su due fronti, fra Umbria ed Emilia-Romagna, come va?
"Si può fare solo se hai grandi professionisti che collaborano con te, in ogni settore: altrimenti non sarebbe stato possibile. Ho avuto una enorme fortuna".
Letizia Gamberini