IRMA ALBERTINI
Cultura e spettacoli

Favino a Venezia: “Perché Ferrari lo può interpretare un americano?”

L’attore romano torna a sostenere l’italianità all’80esima mostra del cinema e chiama in causa il film di Michael Mann su Enzo Ferrari interpretato da Adam Driver

Venezia, 2 settembre 2023 – Pierfrancesco Favino, orgoglio della cinematografia nostrana, torna a sostenere l’italianità, come già aveva fatto al Festival di Berlino. E lo fa all'80esima Mostra del Cinema di Venezia, in occasione della presentazione di 'Adagio' di Stefano Sollima. L'attore chiama in causa il film 'Ferrari' di Michael Mann (le foto della premiere), il film su Enzo Ferrari interpretato da Adam Driver. Non è la prima volta che la star interpreta un personaggio italiano. Nel film 'House of Gucci' di Ridley Scott è Maurizio Gucci.

Da sinistra gli attori Pierfrancesco Favino e Adam Driver
Da sinistra gli attori Pierfrancesco Favino e Adam Driver

"Lo avrebbe fatto Gassmann”

"Prima c'era la capacità di proteggere il proprio cinema. Se avessero prodotto 'Ferrari' in quegli anni l'avrebbero fatto fare a Vittorio Gassmann e invece non ho letto nulla che sottolineasse la stranezza che l'abbia interpretato un attore americano. Dovete scriverlo, altrimenti stiamo tutti aspettando solo cosa dice il grande divo (Driver, ndr)", ha detto Favino.

"Appropriazione culturale”

"Se un cubano non può fare un messicano perché un americano può fare un italiano? Non vedo perché non si debba parlare di appropriazione culturale se una storia del genere non si faccia con attori italiani del calibro di quelli che vedete qui, non io", ha detto l'attore riferendosi a Toni Servillo, Valerio Mastandrea e Adriano Giannini.

Tanti vip sul tappeto rosso dell'ottantesima edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia per l'attesissimo film 'Ferrari' del grande Michael Mann 

"Non sapevo che tutta la famiglia Gucci parlasse come nel New Jersey"

"Non è divertente il fatto che ci prendano per il culo in 'House of Gucci'. Se noi ci azzardassimo a farlo, dall'altra parte ci aprirebbero le membra. Servirebbe reagire per guadagnarsi il rispetto", ha sottolineato Favino. "Non sapevo che tutta la famiglia Gucci parlasse come nel New Jersey. Perché essere italiano vuol dire scimmiottare luoghi comuni? È una cosa che trovo offensiva. Avere un nonno italiano non significa essere italiano. Noi invece - ha proseguito - stiamo lasciando, non facendolo notare, che quel cliché dell'italianità rimanga tale, in modo che poi quando ti offrono il ruolo devi fare la macchietta. Nessuno dice questa cosa, dove si stanno facendo i grandi scioperi in questo momento. Non vedo un attore americano interpretare un tedesco, un greco o un cubano. Non si sa perché, invece l'italiano sì".

"Bisogna fare sistema insieme”

Favino ha poi aggiunto: "Se sei in una serie americana, come il caso della nostra amica Sabrina Impacciatore, allora si dice, 'finalmente un volto italiano'. Probabilmente la questione non è la mancanza di talento, ma il fatto che vada protetto. Bisogna fare sistema insieme, tutta l'industria. Non voglio essere paternalista, ma se qui a Venezia la notizia è chi non c'è, piuttosto che chi c'è…".