
All’attrice e regista il riconoscimento per il film ’La vita da grandi’: "Volevo emozionare. Il pubblico ha capito"
di Nives Concolino
La vita da grandi, diretto da Greta Scarano al suo debutto dietro la telecamera, è uno dei film che domani riceveranno il Premio ‘Anica 80’, nel corso del galà previsto nell’Arena Ceccarini di Riccione. Accadrà nell’ambito di Cinè, Giornate estive del cinema, che oggi in mattinata ospiterà Monica Guerritore per il film Anna, nonché Diego Abatantuono, Max Angioni e Volfango De Biasi per Esprimi un desiderio. Amatissima per la sua professionalità, ma anche per il suo charme e la sua dolcezza, la Scarano si appresta a vivere un’estate davvero speciale. È infatti in attesa di un figlio da Sydney Sibilia, popolare regista, sceneggiatore e produttore cinematografico. Mentre la carriera le riserva numerosi riconoscimenti, la Scarano si appresta a tornare al cinema con una nuova pellicola.
Soddisfatta di questo premio?
"Sono molto contenta. Credo che La vita da grandi, ispirato al libro autobiografico Mia sorella mi rompe le balle dei fratelli Damiano e Margherita Tercon, venga premiato per il fatto che ha trovato un pubblico che lo ha apprezzato e di questo sono estremamente felice. Ci tenevo che venisse visto, perché volevo arrivare alle persone con questa storia. Il premio Anica 80 credo che dipenda dai buoni numeri fatti dal film che ha già registrato più di 120mila spettatori. La parte commerciale però non mi interessa molto, penso sia importante che un’opera cinematografica riesca innanzitutto a intercettare il suo pubblico e poi ad avere riscontri numerici".
Ha inciso il tema dell’autismo?
"Non era l’obiettivo principale. Miravo piuttosto a emozionare, a divertire e a intrattenere. Chiaramente poi il film può aprire a riflessioni più profonde su diversi temi toccati. L’autismo, come la neurodivergenza, è uno dei tanti, non volevo che fagocitasse tutto il film, desideravo piuttosto che il racconto rimanesse trasversale".
Che ruolo ha giocato la critica?
"Ci ha aiutato tantissimo con recensioni lusinghiere. Ne sono grata. Simbolo di questo apprezzamento è stato il Nastro d’argento che ci hanno dato come opera prima. Mentre Yury Turci, che interpreta Omar Nanniha, ha vinto il premio quale miglior protagonista di commedia. Sarà lui a ritirare il premio a Riccione assieme a una delegazione del film. Io sarò in collegamento, per me sarebbe faticoso essere lì: devo partorire a giorni...".
Il set l’ha portata anche sulla riviera Romagnola, cosa le è rimasto in cuore?
"Mi sono affezionata molto a questi luoghi, a Rimini in particolare e, ovviamente anche a Riccione, perché ho avuto l’impressione che questa storia, i fratelli Tercon sono di Rimini, non potesse accadere da nessun’altra parte: lì c’è una grande sensibilità verso la diversità e la cultura dell’accoglienza. Ci sono pochi pregiudizi rispetto a quello che appare diverso. In Romagna ci sono sensibilità più spiccate, si riesce a vivere meglio anche in condizioni di neurodivergenza".
Il suo futuro sarà più da attrice o da regista?
"Direi entrambi. Come attrice ho fatto un film bellissimo di prossima uscita dal titolo Come ti muovi sbagli di Gianni Di Gregorio, che amo tantissimo, autore anche di Pranzo di Ferragosto. Nel cast con me e Gianni c’è pure il bellissimo attore tedesco Tom Wlaschiha. Vorrei continuare a fare l’attrice e la regista con progetti che m’interessano. Mi piacerebbe pure, sempre come regista, girare una serie".