
La giornalista e scrittrice a Casalfiumanese per ’Cineforum’: la serata dedicata al romanzo e al film di De Sica
Un dialogo sui temi de ‘Il giardino dei Finzi-Contini,’ intrecciato con questioni attuali, e la recente denuncia di Daria Bignardi (foto Sforza) sulle condizioni delle carceri italiane nel suo ultimo libro saranno al centro della sua partecipazione a Casale Cineforum. La rassegna estiva, giunta alla sesta edizione, è organizzata dalla Pro Loco di Casalfiumanese e unisce proiezioni a incontri con autori italiani di rilievo. Dopo le prime due serate con Reinhold Messner e Mario Tozzi, lunedì l’ospite sarà appunto Daria Bignardi, mentre è stata cancellata la presenza di Walter Veltroni, "impossibilitato per motivi personali" fanno sapere gli organizzatori, che aggiungono: "a sostituirlo sarà una personalità altrettanto straordinaria, nota a livello nazionale e di grandissima qualità nei suoi ambiti di scrittrice, giornalista ed autrice televisiva". L’ospite della serata, a ingresso gratuito, sarà quindi Daria Bignardi, che dalle 20,15 dialogherà con l’avvocato Chiara Sorbello e Lorenzo Cameli, vicepresidente dell’associazione Extrema Ratio, introducendo i temi del film ’Il giardino dei Finzi-Contini’ di Vittorio De Sica, tratto dal celebre romanzo di Giorgio Bassani, che verrà poi proiettato alle 22. Il 9 luglio ultimo appuntamento della kermesse con Pablo Trincia e Margherita Ferri: a moderare l’incontro sarà Valerio Baroncini, vicedirettore del Carlino, insieme a Laura Padovani.
Daria Bignardi, che ricordo ha de ’Il giardino dei Finzi-Contini’? L’ha letto a scuola e l’ha subito colpita allora, o l’hai riscoperto più tardi?
"Sono nata a Ferrara e cresciuta nel culto familiare di Giorgio Bassani, quindi l’ho letto da ragazza ma poi riletto più volte, anche di recente. Non è invecchiato per niente: è sempre bellissimo, suggestivo, scritto con una lingua semplice ed elegante, molto contemporanea. Un piccolo romanzo perfetto. Ho anche conosciuto la famiglia di Giorgio Bassani: la sua compagna americana mi ha fatto l’onore di presentare un mio romanzo ambientato a Ferrara, dove una poesia di Bassani è la chiave di un mistero. E la figlia mi ha raccontato il lavoro della loro Fondazione. Bassani è stato anche uno straordinario consulente editoriale e un poeta".
Secondo lei, quanto è rimasto vivo oggi il valore della memoria storica? E cosa rischiamo di perdere se smettiamo di raccontare storie come questa?
"Quando la storia viene raccontata in modo così vivo e letterario come nel Giardino dei Finzi-Contini il risultato è potente. Il personaggio di Micol, l’atmosfera affascinante di Ferrara, la gioventù, l’estate, il tennis, rendono poi ancora più drammatico l’epilogo della deportazione".
Lei vive da protagonista il giornalismo, la televisione, la radio, la scrittura. Secondo lei, come stanno cambiando i modi di raccontare il mondo, e qual è lei il mezzo che ha più forza?
"Non lavoro più in tv da parecchi anni ma credo che sia ancora molto vista, soprattutto da un pubblico adulto se non anziano. I ragazzi cercano i loro racconti altrove: su Youtube e sui social, dove c’è di tutto, non solo contenuti superficiali. Mi piace pensare che siano i contenuti a contare, non i mezzi. Anche se è innegabile che la tecnologia sia potentissima e il rischio di rimanerne sopraffatti c’è".
Nel corso della serata si soffermerà anche sul suo ultimo libro ‘Ogni prigione è un’isola’ (ed Mondadori), vincitore del Premio Rapallo Bper Banca 2024: qual è la situazione attuale del sistema carcerario italiano?
"È molto complessa: le carceri scoppiano di persone, spesso giovani, straniere, con problemi di tossicodipendenza o malattie psichiatriche. Il luogo comune vuole che il carcere sia lo specchio della società: è vero purtroppo. Sono problemi che riguardano tutti noi, come società".