VALERIO CUCCARONI
Cultura e spettacoli

I Patagarri, il jazz che nasce in strada: "X Factor ci ha fatto decollare"

La band domani al Mamamia di Senigallia. "Siamo nati per gioco, come buskers. Ora tutto è un regalo"

La band domani al Mamamia di Senigallia. "Siamo nati per gioco, come buskers. Ora tutto è un regalo"

La band domani al Mamamia di Senigallia. "Siamo nati per gioco, come buskers. Ora tutto è un regalo"

Sabato, al Mamamia di Senigallia, si potrà ascoltare una jazz band che è apparsa inaspettatamente a X Factor, come gli alieni in ’Incontri ravvicinati del terzo tipo’. Il gruppo, che ha scelto come nome I Patagarri, ispirandosi al trio comico Aldo Giovanni e Giacomo, si esibirà nella discoteca senigalliese per promuovere l’album ’L’ultima ruota del caravan’. Partiti come quintetto, composto da Francesco Parazzoli (tromba e voce), Jacopo Protti (chitarra), Daniele Corradi (chitarra), Giovanni Monaco (clarinetto e sassofono) e Arturo Monico (trombone e percussioni), questi giovani musicisti, dai 20 ai 30 anni, formati tra il Conservatorio di Milano e la Civica scuola di Jazz, dopo X Factor sono diventati sei, con l’aggiunta del bassista Nicholas Guandalin.

"Siamo nati per gioco – racconta il clarinettista Giovanni Monaco –. I chitarristi sono amici sin da ragazzi; si trovavano a suonare per le strade e nei mercati rionali per divertirsi; poi si è aggiunto Francesco, che all’inizio suonava solo la tromba, perché cantavano tutti insieme. Durante le esibizioni, Arturo, oltre al trombone, ha iniziato a suonare il sonaglio, poi il charleston, quindi il rullante, infine, a X Factor, tutta la batteria." Prima di approdare in tv, cantavano per passione e per tirare su qualche soldo, come busker, cioè musicisti di strada. "Suonavamo cover di brani jazz – continua Monaco – e canzoni del cantautorato italiano, ma arrangiate in versione swing, gipsy, alla Django Reinhardt, e con i fiati, alla Louis Armstrong".

I primi due brani che hanno suonato su Sky erano arrangiamenti di ’Via con me’ di Paolo Conte e ’Il cielo in una stanza’ di Gino Paoli, nel loro stile. Ma che ci faceva un quintetto jazz a X Factor? "Grazie alle nostre esibillizioni in strada avevamo riscosso successo a Milano – chiarisce Monaco –: nei bar, ai matrimoni, tra cover e canzoni nostre. Poi una persona che lavorava per la trasmissione ci ha consigliato di partecipare. Non pensavamo che fosse il palcoscenico più adatto a noi, ma era una buona occasione per ampliare il nostro pubblico e i nostri eventi".

Queste, almeno, erano le intenzioni iniziali, "ma siamo andati molto meglio del previsto", precisa il ’patagarro’ col clarinetto, "perciò, quando siamo usciti, ci siamo trovati una valanga di pubblico, che non ci aspettavamo. Ci si sono presentate occasioni più grandi dei matrimoni: festival e piazze. Quello che stiamo facendo adesso è un bel regalo: avere persone che ti ascoltano e che vogliono ballare mentre tu suoni sul palco è una bella soddisfazione".