BENEDETTA CUCCI
Cultura e spettacoli

Il nuovo film dei Manetti, tra Rocky e i fumetti

’U.S. Palmese’ sarà presentato in anteprima martedì a Bologna, al Modernissimo: "Parliamo di calcio, partendo da un ricordo d’infanzia’

’U.S. Palmese’ sarà presentato in anteprima martedì a Bologna, al Modernissimo: "Parliamo di calcio, partendo da un ricordo d’infanzia’

’U.S. Palmese’ sarà presentato in anteprima martedì a Bologna, al Modernissimo: "Parliamo di calcio, partendo da un ricordo d’infanzia’

Bologna, 16 marzo 2025 – A Palmi, una piccola cittadina della Calabria, don Vincenzo (Rocco Papaleo), agricoltore in pensione, ha un’idea folle per risollevare la squadra di calcio locale: una raccolta fondi per ingaggiare Etienne Morville (Blaise Afonso, attore belga con passato di calciatore), giocatore di Serie A, dal pessimo carattere, ma tra i più forti al mondo. Ecco le premesse di ’U.S. Palmese’, il nuovo film di Marco e Antonio Manetti, alias Manetti Bros. che il 18 marzo alle 21 saranno al Modernissimo di Bologna per presentarlo in anteprima. È un film sul calcio ma soprattutto sullo sport, sfidando il luogo comune che un film sul calcio sia fallimentare.

Marco Manetti, come nasce questo nuovo film?

"Da un ricordo di infanzia, perché Palmi è il paese di nostra madre e noi passavamo le estati lì, andavamo anche a vedere le partite della Palmese. Ci siamo ricordati di un signore che, parlando della Palmese che non aveva l’attaccante, se ne venne fuori con l’idea che se tutti i palmesi mettevano una cifra, si poteva comprar Maradona. Noi abbiamo deciso di trasformare il suo sogno in realtà".

C’era la voglia di raccontare un piccolo paese del sud in un modo diverso?

"Sì, mandando un messaggio positivo senza falsa retorica. Quando uno va al sud vede anche quello che mostriamo noi, non solo la ndrangheta, le strutture che non funzionano, i giovani senza futuro e una terra da compatire".

È stato facile pensare fare un film sul calcio in Italia?

"No, i film sul calcio sono storicamente grandi flop, si dice che non bisogna farli. Noi però siamo fatti così, si diceva che i musical sono un flop e noi ne abbiamo fatto uno, quindi ci siamo posti il problema e ci siamo risposti che forse i film sportivi non riescono a far diventare il momento sportivo parte dello spettacolo del film".

In effetti nel film si ammirano le scene delle partite, coinvolgenti. Come avete messo la vostra esperienza cinematografica al servizio del pallone?

"Pensando anche a due grandi film sulla boxe, ovvero Rocky e Toro Scatenato, dove il primo è sì un film sulla boxe, il secondo no, perché è un film sul pugile. In Rocky tutta la storia è finalizzata emotivamente al suo incontro finale, sul ring si risolvono i suoi conflitti, e noi volevamo un film del genere, dove la partita è parte del conflitto finale del nostro protagonista Etienne Morville/Blaise Afonso, che cresce umanamente quando si rimette a giocare. Poi ci siamo resi conto che i più azzeccati film sul calcio sono ’Fuga per la vittoria’ di John Huston e i cartoni animati giapponesi, in particolare Holly e Benji. Da Huston abbiamo imparato che il modo migliore per fare delle belle scene di calcio è far recitare dei calciatori, e lo abbiamo fatto, dai cartoni giapponesi abbiamo appreso che per portare le emozioni dello sport nella fiction, bisogna dilatarle, perché un’azione di calcio dura 2 secondi e allora devi rallentarla per fare arrivare meglio le emozioni".

Spettacolo di cinema, ma anche un messaggio per il calcio?

"Il clcio sta quasi uscendo dalla lista degli sport, ha perso la sua identità sportiva, il gioco di squadra, la competizione, la voglia di vincere una partita e non solo di essere pagati di più. Oggi ci sono molti giocatori con grande talento che sembrano aver perso quell’amore per il calcio che li ha portati a essere bravissimi. Pensiamo a Balotelli, un esempio classico. Il nostro è un invito agli sportivi a recuperare quel bambino che li ha portati ad amare lo sport. Qualche tempo fa l’Empoli ha battuto la Juventus e il Bologna il Milan in due giorni consecutivi, i giornali si sono concentrati sulla crisi di Milan e Juventus, ma se ami lo sport quello che conta sono le imprese di Empoli e Bologna".