ROBERTA BEZZI
Cultura e spettacoli

La Biblioteca Classense si svela. Torna a splendere l’Aula Magna

Dopo anni di lavori sono di nuovo visitabili le opere di Mancini. Domani a Ravenna l’inaugurazione

Dopo anni di lavori sono di nuovo visitabili le opere di Mancini. Domani a Ravenna l’inaugurazione

Dopo anni di lavori sono di nuovo visitabili le opere di Mancini. Domani a Ravenna l’inaugurazione

Riapre al pubblico più splendente che mai il ‘gioiellino’ iconico della biblioteca Classense di Ravenna, l’Aula Magna, realizzata tra il XVII e il XVIII secolo dall’abate Pietro Canneti e decorata con statue, stucchi, scansie lignee intagliate finemente e opere pittoriche di Francesco Mancini. Il luogo che più resta impresso in chi visita la biblioteca. Dopo sei anni di lavori di restauro e consolidamento della volta e degli affreschi, danneggiati dal terremoto del 2019, l’Aula Magna si presenta rinnovata da domani, dalle 18 alle 21, per l’inaugurazione ufficiale. Si replica sabato 12 dalle 10 alle 18, con accesso per piccoli gruppi. Le visite guidate gratuite da parte dei bibliotecari continueranno poi da lunedì 14 a sabato 26 aprile su prenotazione, mentre dal 28 aprile l’Aula Magna sarà visitabile il venerdì pomeriggio e il sabato per l’intera giornata. A novembre, è previsto l’allestimento di una mostra celebrativa della storia della biblioteca.

Gli interventi, a cura della Cooperativa Archeologia Firenze, sono costati quasi 1,5 milioni di euro a carico dell’amministrazione comunale. Sono stati inclusi anche il rifacimento del pavimento del Corridoio Grande antistante l’Aula Magna e il restauro delle sale superiori. "I lavori sono stati lunghi e complessi – racconta Luisa Gennaro, responsabile della biblioteca storica della Classense –. Il terremoto aveva gravemente danneggiato la struttura portante dell’Aula Magna. Le scosse provocarono lesioni al tetto e la caduta di frammenti di stucco dai decori della volta, attraversata da una profonda lesione orizzontale". La parte più difficile dei lavori, diretti dall’architetta Alice Mezzanotte, è stata la sostituzione di alcune capriate lignee che ha richiesto una variante e un anno e mezzo in più. "Siamo contenti – afferma Fabio Sbaraglia, il sindaco facente funzioni a Ravenna – di restituire alla comunità uno degli spazi più prestigiosi della biblioteca".

A ricordare le origini della biblioteca Classense è la presidentessa Patrizia Ravagli. "Dopo la sanguinosa battaglia di Ravenna del 1512 – racconta – i monaci camaldolesi si trasferirono in città, in via Baccarini. Fondamentale fu l’opera dell’abate Pietro Canneti che all’inizio del 1700 diede inizio ai lavori di ampliamento di quella all’inizio era solo una piccola biblioteca e poi diventò un monastero. La progettazione dell’Aula Magna, destinata a ospitare il nucleo principale della collezione antica, fu affidata a Giuseppe Antonio Soratini". Entrando si resta immediatamente colpiti dall’affresco di Francesco Mancini, il Trionfo della Divina Sapienza. Anche gli stucchi di Antonio Martinetti sono pregevoli, così come i dieci medaglioni alle pareti che raffigurano i più noti monaci camaldolesi. All’interno uno spazio di rilievo è dato infine ai due globi, quello terrestre e quello celeste, di Vincenzo Coronelli.