LORENZO MONACHESI
Cultura e spettacoli

"La mia musica, ribelle per sempre". Eugenio Finardi allo Sferisterio

Domani a Macerata il concerto per la chiusura di Musicultura, con Antonella Ruggiero e Valerio Lundini

Eugenio Finardi proporrà anche due brani nuovi: «Oggi canto la mia età»

Eugenio Finardi proporrà anche due brani nuovi: «Oggi canto la mia età»

È passato quasi mezzo secolo dalla Musica ribelle "che ti vibra nelle ossa, che ti entra nella pelle e ti urla di cambiare". "È ancora così – assicura Eugenio Finardi, autore di quella canzone – anche se quello era un brano di un 23enne tutto ormoni e azione. Adesso la ribellione consiste ad andare contro i luoghi comuni, contro tutto ciò che dicono essere inamovibile". Domani il cantautore sarà ospite nella serata finale di Musicultura allo Sferisterio di Macerata assieme ad Antonella Ruggiero e a Valerio Lundini, mentre stasera ci saranno Riccardo Cocciante, Vinicio Capossela e Tricarico.

Finardi, rimpiange quell’extraterrestre capace di portarti via da un mondo sempre in guerra gli uni con gli altri e con l’ambiente?

"In realtà si parlava dell’impossibilità di sfuggire da se stessi, si rimane ciò che si è. L’unico vero cambiamento è dentro di sé e magari usare le nuove tecnologie per superare la nostra bestialità".

Sono trascorsi 50 anni dal suo disco, quanto è cambiato da allora Finardi nelle idee e nella testa ?

"Nelle idee non tanto, mi conosco meglio. Se potessi tornare indietro con questa conoscenza commetterei meno errori, ma anche gli sbagli mi hanno portato a essere quello che sono oggi".

Qual è stata la molla che l’ha spinta a scrivere l’ultimo album uscito quasi un mese fa?

"La voglia di scrivere qualcosa per adulti, di fare un disco per grandi. Molti dicono: ’Ascoltavo musica da giovane poi mi sono sposato’. Non esiste musica per adulti, per grandi, per cinquantenni e così ho pensato di incidere un disco in cui canto la mia età, le mie esperienze. Non ho la pretesa di essere capito dai fan di Tony Effe, magari potrei interessare quelli di Calcutta".

Ha mai avuto paura che un giorno non sarebbe riuscito ad affrontare un foglio bianco?

"Sì, è terribile. Per questo album siamo partiti dalla disciplina del lavoro, tutti i giorni ci siamo trovati alle 11 e abbiamo lavorato fino alle 19 su un progetto, coltivando le idee, sperimentando, cercando nuove strade, verità".

Qual è la sua canzone che la commuove quando la interpreta perché le tornano in mente quelle emozioni provate mentre la stava scrivendo?

"’Amore diverso’, ma direi le canzoni sui miei figli. Sono brani che mi toccano molto, mi ricordano quando erano piccoli".

Cosa proporrà a Musicultura?

"Due pezzi nuovi: La battaglia e i Venti della luna".

E cosa le ricorda lo Sferisterio?

"Ci ho suonato per la prima volta negli anni Settanta insieme con la Pfm. Ne ero rimasto affascinato, anche se non era attrezzato come oggi che è diventato un vero polo di cultura. Mi fa piacere tornare in un luogo che amo, con un’acustica perfetta, in una regione così ricca di teatri dove mi piacerebbe fare un tour toccandoli tutti".