
Il regista Pier Luigi Pizzi abbraccia Raina Kabaivanska durante l’evento alla Scala
"Per me era felicità cantare, e quando entravo in un teatro mi sentivo a casa. Ho sempre provato la felicità del palcoscenico". Raina Kabaivanska lo ha ribadito con commozione alla Scala di Milano, quel teatro che nel 1961 l’ha accolta giovanissima, appena arrivata dalla Bulgaria: al ridotto Toscanini, il grande soprano – celebrando i suoi splendidi 90 anni – ha presentato il libro che l’editore bolognese Scripta Maneant ha voluto dedicarle, ’Raina Diva’ (a cura di Fabio Ceppelli), il ritratto di una donna che ha vissuto e vive per la musica e la bellezza. Il volume (con testi di Francesco Canessa, Carlo Fontana, Adua Veroni e Dino Villatico) propone decine di foto che ripercorrono la straordinaria carriera di Raina Kabaivanska, con un focus sugli abiti dello stilista Roberto Capucci. "Cara Raina, tu sei bella, intelligente, spiritosa, mai ipocrita, anzi semmai sincera fino alla perfidia", le ha detto il regista Pier Luigi Pizzi alla presentazione. "Un’artista sempre curiosa e disponibile ad affrontare un nuovo repertorio, come il ‘Capriccio’ di Strauss che proponemmo a Bologna", ha aggiunto l’ex sovrintendente Carlo Fontana. E in collegamento dalla Staatsoper di Vienna, il soprano Maria Agresta ha salutato la sua grande Maestra: "È stata come una mamma e un’amica".
Stefano Marchetti