"Abbiamo cantato insieme, è stata la cosa più bella del mondo". Loro sono Cesare Cremonini e Luca Carboni e la canzone non poteva che essere San Luca, cuore simbolico di Alaska Baby, l’ultimo album di Cesare che ora risuonerà nel tour Cremonini Live 2025. Tour che, come già annunciato, vedrà anche un duetto speciale fra i due artisti bolognesi al Dall’Ara (19 e 20 giugno), all’ombra, del resto, proprio del santuario. Una storia di musica e amicizia, dunque, che ieri Cremonini ha raccontato sui suoi social, in cui si può vivere – fra gioie rossoblù e le prove dei live con i membri della band – l’avvicinamento alle date negli stadi: 550mila i biglietti andati a ruba, in attesa dell’inizio ufficiale a San Siro (15 e 16 giugno). In queste ore, intanto, Cesare e Luca – artisti simbolo della città, che intrecciano diverse generazioni – si sono trovati a Bologna per provare insieme.
"La vera bellezza si nasconde, non si fa trovare facilmente. Non è alla portata di tutti. Anche per questo quando Luca entra in una stanza quella stanza non ha più pareti – scrive Cesare citando Gino Paoli – ma colline e alberi in fiore, finestre, case e cortili di strade infinite. Luca è venuto a trovarci e abbiamo cantato assieme San Luca ma non solo". Il grande pubblico del tour, infatti, "vivrà momenti (per me) molto importanti. Come dico sempre non contano i numeri senza le biografie. Io, la band, tutta la mia squadra, ci siamo emozionati moltissimo di fronte a un gigante (di quelli veri) della musica italiana che torna ad abbracciare il mondo con la sua voce. Abbiamo cantato insieme. Sembra una frase comune ma è stata la cosa più bella del mondo. Abbiamo cantato, insieme. Grazie Luca. Il cappellino è il ’sole luna’ di Lorenzo Jovanotti che sta finendo il suo grande tour. Oh yeah!".
’San Luca’ è stato il secondo singolo di Alaska Baby, dopo il dirompente Ora che non ho più te. È un brano a due voci, presto diventato una sorta di inno per i bolognesi, centrale nell’album che è un viaggio intimo e fisico di Cremonini, giunto fino in Alaska, fino al cielo illuminato dall’aurora boreale. Proprio lì, sotto quella danza di luci, è arrivato il messaggio di Elisa, da cui poi sarebbe scaturito il brano Aurore Boreali. Un nuovo inizio era scritto e il viaggio, partito lontanissimo, è finito proprio sui colli bolognesi. Assieme a Carboni. "L’incontro con Luca è il momento di verità più forte di questo album– aveva raccontato Cesare al Carlino a proposito della canzone –. Quando l’ha sentita Luca veniva da un periodo complesso, particolare e abbiamo vissuto momenti di grande commozione nel cantarla insieme". "Non è solo una dedica a Bologna – ha aggiunto –, ma alla fede nell’uomo, nel credere che tutti i giorni possono succedere miracoli. Una religione che è quella della fiducia negli altri".