di Benedetta Cucci
Si è percepito come un boom improvviso, ma l’esplosione della "vintage-fashion mania" ha fatto in verità piccoli passi da anni, diramandosi tra negozi, mercatini, eventi vari. Passione vera per i capi di un tempo? Amore per la sostenibilità? O una tendenza mordi e fuggi che prima o poi finirà? La risposta a tutti questi dubbi la dà Angelo Caroli, meglio conosciuto come "Angelo di Lugo" grazie al suo A.N.G.E.L.O. Vintage Palace dove, dal 1978, sono arrivati fashion victims e studiosi d’archivio (anche conosciuti come case di moda in cerca di idee) di tutto il mondo. E ancora fanno tappa in questo spicchio di Romagna, insieme con tanti giovani che adorano gli anni Novanta, i primi anni del Duemila e l’upcycling, ovvero il ripensamento di un vecchio capo.
Angelo, adesso c’è un pullulare di negozi e manifestazioni dedicate al vintage?
"Io che sono operatore del settore da decenni, in questo momento vedo confusione. Vedo tante persone che aprono un negozio, ma anche tanti che chiudono: si pensa di poter comprare capi a poco prezzo, nei mercatini delle parrocchie o in conto vendita da chi vuole sbarazzarsene perché gli armadi sono pieni di cose inutilizzate, e di rivenderli facendoci un affare. Insomma: molti credono che questo sia un mestiere facile".
E invece non lo è?
"Molti cominciano, pensando sia una passeggiata, con la borsa di marca. Riconoscere un falso richiede grande esperienza".
Perché si cerca il vintage?
"Oggi le persone sono più sensibili al tema del recupero, ma c’è anche chi vuole l’articolo di lusso e lo cerca nell’usato, che sia vintage o second hand. Se una borsa Gucci, Vuitton, Chanel o Hermes nella collezione nuova in negozio aumenta di prezzo, nell’usato costa meno e il mercato ci dice che il cliente non vuole per forza l’ultimo modello, ma il marchio e l’unicità. Sono tornate anche le Fendi, le piccole tracolle e la baguette".
Chi sono i suoi clienti al Palace di Lugo?
"Signore in cerca di abiti da cerimonia e borse firmate, gli outfit Chanel e poi clienti storici che amano Margiela, Yamamoto, Comme des Garçons, Miyake. Ci sono ragazzini dai 16 anni in su che comprano gli anni Novanta e l’inizio Duemila: sono capi che non hanno mai visto. Peccato però che i tessuti di quell’epoca siano tra i più scadenti".
I capi più gettonati?
"I pantaloni a vita bassa, le hawaiane, le polo e le camicie Ralph Lauren. Ma anche il look uniform e quello anni Novanta che sa di edonismo: Prada, Dolce&Gabbana, Versace, segnalo un ritorno di Just Cavalli. Io ho un debole per i completi da uomo e le scarpe Romeo Gigli".