
C’è un’atmosfera di arte del Novecento che aleggia da giorni nel grande e lungo corridoio dell’Accademia di Belle Arti urbinate....
C’è un’atmosfera di arte del Novecento che aleggia da giorni nel grande e lungo corridoio dell’Accademia di Belle Arti urbinate. Opere da Morandi a Pozzati, passando per Romiti, Sironi, Capogrossi, Marino Marini. Tutte nel segno dell’amore per l’arte di Mario Ramous, il poeta, traduttore, docente e critico morto a Bologna nel 1999. L’esposizione, intitolata ‘Da Morandi a Pozzati - Mario Ramous e l’arte’, è curata da Luca Cesari (foto sotto), direttore dell’Istituzione urbinate, ed è visitabile fino al 25 luglio. Si tratta di un omaggio alla vocazione di Ramous per la critica d’arte, con una selezione di opere giunte dalla sua collezione privata. Parte della sua carriera infatti, che lo vide anche per vent’anni, dal 1974 al 1994, professore di Estetica all’Accademia di Urbino, fu occupata "dall’interesse e dalla convivenza – spiega Cesari – con artisti suoi pari: per leva generazionale, per valore o per statura. Si avvicinò all’arte contemporanea nel 1947, coltivando l’interesse per il neocubismo e rivalutando un certo espressionismo, utile a ritrovare le radici primitiviste di molti pittori della sua generazione. All’attenzione per artisti come Duilio Barnabé, Giovanni Ciangottini e Sergio Romiti, si affianca quella per maestri della generazione precedente come Giorgio Morandi, Marino Marini e Mario Sironi. La direzione della collana ‘Documenti’ per la casa editrice Cappelli di Bologna nei vent’anni successivi lo porta ad allargare i suoi interessi: lo dimostrano anche le numerose collaborazioni editoriali con artisti di varia estrazione quali Pirro Cuniberti, Luciano De Vita, Virgilio Guidi, Concetto Pozzati o Emilio Scanavino".
La ripresa dell’attività critica, dalla fine degli anni Sessanta in poi, lo vede attento alle ricerche di artisti quali Rodolfo Aricò (suo collega all’Accademia di Belle Arti di Urbino), Vincenzo Satta e Giuseppe Capogrossi. Prosegue Cesari: "La stella polare di questa mostra in Accademia non è la personalità di Ramous come maestro, o professore per gli studenti di Urbino, ma la critica d’arte o comunque il legame, entro la sua attività letteraria, con i pittori, soprattutto amici. Ma a questo aspetto si deve aggiungere la quota specifica del critico figurativo quale egli è stato".
Ed è così che si vedono opere di Marini, Guidi, Romiti, Cuniberti, Scanavino, tutti amici come anche a Bologna furono Bonfiglioli e Scalia, fino a Pozzati. Chiude il curatore: "La mostra privilegia in tale galleria di amici le opere di quest’ultimo, essendo Pozzati il promotore dell’approdo di Ramous all’insegnamento di Estetica in Accademia. Gli artisti in mostra che abbiamo qui scelto guardano tutti in direzioni diverse ma si sfiorano anche, ed escono ognuno dalla collezione personale di Mario Ramous". La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle 18, a ingresso libero. Giovanni Volponi