FEDERICO TOMMASINI
Cultura e spettacoli

Paolo Ruffini, ode al ’Presente’: "Va vissuto come fanno i bambini"

L’attore domani sera a Riccione con il suo spettacolo all’interno del Kids Family Festival

L’attore e comico Paolo Ruffini, in scena domani sera con ’Presente’

L’attore e comico Paolo Ruffini, in scena domani sera con ’Presente’

Riccione si prepara per il lungo weekend della Notte rosa e ad accendere il lungo cartellone di eventi ci penserà Paolo Ruffini, in scena domani sera alle 21 all’interno del Kids family Festival, in piazzale Ceccarini. Il comico e attore livornese porta in scena il suo spettacolo Presente, un vero e proprio invito tramite il teatro a vivere il momento con leggerezza e profondità.

Ruffini, come nasce questo spettacolo?

"Tutto parte dell’idea del tempo. Spesso ci interroghiamo sulle cose che andranno in futuro, è interessante certo, ma ci sfugge di mano il presente, ciò che stiamo vivendo ora. Quello che ho percepito è che la nostra evoluzione e ciò che ci sta intorno ci sta un po’ alla volta sfuggendo via. Ormai facciamo tutto per automatismo, ma non per un vero significato".

E si parlerà anche di Dio.

"Soprattutto di quello che oggi è Dio. In questi tempi più che mai sottostiamo a un algoritmo che decide quello che possiamo e non possiamo fare. Mi sono accorto che le persone vogliono essere più social che sociali ed è anche da qui che nasce Presente, dall’idea che questo è il nostro unico tempo, un presente che non dobbiamo sprecare, così come il tempo che scorre".

Perché ‘Presente’ si inserisce in un festival dedicato ai bambini?

"Loro sono gli unici che vivono veramente il presente, invece noi no. Si svegliano la mattina e vivono quello, un bambino non si chiede dove andrà in vacanza ad agosto, ma pensa a quello che sta facendo in quel momento. Paradossalmente crede in quello che gli succede e solo così può acciuffare veramente il tempo".

Bisognerebbe imparare da loro.

"Certo. Per questo spesso mi capita di dialogare con loro nel podcast Il Babysitter. Emergono vari spunti di riflessione che mi arricchiscono molto personalmente".

Per quale motivo ha scelto di parlare con dei bambini nel suo podcast?

"E’ una grande occasione, loro hanno sempre il coraggio di essere loro stessi, cosa che a noi adulti spesso manca. Diventano altri soltanto quando giocano, dando libero sfogo all’immaginazione, sennò per loro le maschere non esistono. A volte mi lasciano a bocca aperta, mettendomi davanti degli insegnamenti che saremmo noi adulti a dover dare. I grandi pensano di dove dare lezioni, ma dovremmo tutti tornare in classe e non in cattedra".

Per lei qual è il senso della vita?

"Amare, anche più che vivere. Questa è una delle poche cose che non si può smettere di fare".

Avrà tempo per fare un giro per Riccione?

"Non credo, ma sono innamorato di Riccione: la frequento per lavoro, ma anche per tutte le occasioni possibili. Sono un ragazzo di fine anni ’70 e per me la Perla verde è il posto delle feste e soprattutto dell’accoglienza. Poi la Romagna mi è cara tutta, ho lavorato per tanto a Sanpatrignano. Ogni volta che vengo qui, dopo 5 ore mi scatta la parlata romagnola".