SOFIA NARDI
Cultura e spettacoli

Premiata Forneria Marconi a Forlì: “Siamo parte di una storia vissuta”

La band live al parco urbano, fra i luoghi simboli dell’alluvione, con un omaggio a De André: ingresso a 5 euro, gratuito per chi ha subìto danni

I componenti della band Premiata Forneria Marconi, suonano nel parco urbano Franco Agosto di Forlì

I componenti della band Premiata Forneria Marconi, suonano nel parco urbano Franco Agosto di Forlì

Forlì, 24 maggio 2025 – Sembra già di sentirli, i giri di basso, il rollare della batteria e la voce ruvida e teatrale di Franz Di Cioccio a dar voce ai più grandi successi della Premiata Forneria Marconi, in una miscellanea che li unisce a quelli di un altro grande della musica italiana: Fabrizio De André. Eppure bisognerà aspettare fino a domenica quando, alle 16, nel parco urbano Franco Agosto, prenderà vita il grande concerto live, nell’ambito di Romagna in fiore, organizzata dal Ravenna Festival. La cornice verde del parco farà da sfondo alla tappa forlivese del Doppia traccia tour, in cui la PFM porterà in scena i suoi grandi classici e il tributo al sodalizio con De André, a 85 anni dalla nascita del cantautore. Accanto agli storici Di Cioccio e Patrick Djivas, saliranno sul palco Lucio Fabbri, Alessandro Scaglione, Marco Sfogli, Eugenio Mori e lo special guest Luca Zabbini. L’apertura del concerto è affidata, invece, ad Al Caravël, con un poema musicale in dialetto.

L’ingresso è fissato a 5 euro (gratuito per chi ha subito danni dalle alluvioni). Sono previsti anche trekking guidati, con partenza alle 11 dall’ospedale Morgagni-Pierantoni e ore 14.30 da Piazza Saffi. L’evento promette di essere partecipatissimo: sono già state, infatti, superate le 3mila prenotazioni.

Di Cioccio, storica voce della PFM, ‘Romagna in fiore’ nasce per portare musica e speranza nei luoghi colpiti dall’alluvione e, nel caso di Forlì, il parco urbano è senz’altro uno dei simboli del disastro. Cosa significa per voi suonare qui?

"Siamo molto sensibili a questo tema. Quando suoniamo non lo facciamo mai a caso, ma sempre con la consapevolezza che siamo parte di una storia vissuta e ogni luogo che tocchiamo diventa un pezzo di casa, un pezzo di famiglia. Suonare al parco urbano sarà molto intenso: se vi faremo felici, noi saremo felici".

Quest’anno celebrate i 55 anni di carriera. Dopo tutto questo tempo cosa vuol dire per voi suonare ancora insieme?

"Per noi le cose non sono cambiate molto rispetto al passato: vogliamo lasciare una traccia del nostro passaggio, e perché questo sia possibile si deve suonare con autenticità, non in maniera standardizzata, adattandosi ai contesti. Ci è capitato, ad esempio, di partire con l’idea di suonare 40 minuti e di stare sul palco per un’ora in più. La musica, per noi, è sempre stata improvvisazione e continua ad esserlo anche oggi, con lo stesso entusiasmo di ieri".

I vostri concerti registrano ancora il tutto esaurito. Qual è la vostra ricetta?

"Non parlerei di ricetta, proprio perché la nostra regola è fare quello che ci pare. Noi abbiamo sempre creduto nella bontà della nostra musica e in quello che facciamo. Facciamo ascoltare al pubblico quello che siamo, agiamo spontaneamente e con autenticità. E la gente si diverte ancora".

Il vostro tour ‘Doppia traccia’ unisce i vostri successi storici e l’omaggio a Fabrizio De André, con il quale avete più volte collaborato. Come avete scelto la scaletta?

"Fabrizio era una persona molto particolare, molto chiusa. Eppure ci siamo subito trovati. Musicalmente era uno dei più grandi e non scendeva a compromessi. Lui non ubbidiva a logiche commerciali, ma si immedesimava profondamente in quello che faceva e in questo modo ha realizzato i capolavori che conosciamo. Per noi è importante continuare a interpretarlo per portare ancora in giro quei brani che, in scaletta, mettiamo in dialogo con i nostri".

Anche voi avete disubbidito, musicalmente parlando?

"Abbiamo sempre fatto musica che la gente non si aspettava. Quando siamo andati negli Stati Uniti, poi, abbiamo azzardato: non abbiamo proposto brani alla Tu vuo fà l’americano, non abbiamo cercato sonorità diverse dalle nostre, ma siamo rimasti italiani che facevano musica italiana all’estero. E’ andata bene, ma non era scontato".

State scrivendo qualcosa di nuovo?

"Sì, ci stiamo lavorando. Non posso ancora anticipare nulla, ma speriamo che sarà un regalo per chi ama la musica".