
La star del flamenco Sergio Bernal domani. e venerdì al Nouveau di Bologna
La passione orienta le scelte artistiche di Sergio Bernal, lo stesso sentimento che il ballerino e coreografo spagnolo suscita nel pubblico, avvinto dal suo flamenco eclettico. Se ne ritrova un compendio nello spettacolo SeR per la Sergio Bernal Dance Company, prodotto in Italia da Daniele Cipriani Entertainment, in scena domani e venerdì 21 marzo (ore 20:30) al Comunale Nouveau di Bologna, per la Stagione Danza 2025 di cui Pelliconi è main partner.
Folgorante il titolo. "Un gioco di parole in spagnolo – spiega l’artista –. Nella mia lingua “ser” è l’infinito del verbo essere, al quale aggiungendo la sillaba “gio”, che in spagnolo si pronuncia “jo”, si ottiene il suono del mio nome: “SERgio”". La sua biografia, umana e artistica, è nella storia di questo spettacolo. "SeR è nato durante il lockdown imposto dalla pandemia – ricorda Bernal –. In quei tre mesi recluso ho lavorato su me stesso, introspettivamente, per conoscermi meglio, ripensando a come avevo vissuto e a come avrei voluto vivere, alle mie debolezze e ai miei punti di forza. Fino a capire, da uomo e da artista, che per me uno spettacolo deve sempre essere emozionante: me lo chiedono gli spettatori, me lo ricordano le persone che incontro per strada, ma io l’ho sempre pensato: ballare non è semplicemente eseguire passi, bensì emozionarsi ed emozionare".
In SeR il bailaor si esibisce nel flamenco puro, con tre musicisti – alla chitarra, alle percussioni, con la voce – perché, confessa "è lo stile sul quale ho sempre lavorato di più: amplifica le emozioni e permette di conoscere di se stessi ciò che ancora si ignora".
Ma Bernal non teme di confrontarsi anche col pop: nelle ultime stagioni grazie alla televisione è diventato un beniamino del grande pubblico. "Se il flamenco, musicale o coreografico, ha radici colte, allora sì, lo si può contaminare con altri generi. È un modo di andare avanti, sperimentando, magari sbagliando, ma è necessario osare, per trovare nuove forme, contemporanee, purché con rispetto e professionalità. Con questo spettacolo volevo coinvolgere anche i giovani, quelli che non vanno a teatro perché non conoscono la danza né tantomeno il flamenco. La musica commerciale di alcuni brani potrebbe essere un modo di attirarli, poi saranno loro a scegliere se coltivare una nuova passione".
Instancabile interprete e coreografo, Bernal in SeR danza in quasi tutti i brani: ben nove! "Ecco, questa è la difficoltà maggiore. Prima di entrare in scena ho bisogno di tempo per me perché oltre agli stili diversi devo compiere un viaggio nelle emozioni (sempre loro!). Mi calmo, lascio andare i pensieri, per entrare libero in scena. Certo, termino lo spettacolo stanchissimo, perché le poche volte in cui non ballo corro dietro le quinte a cambiarmi la camicia o la calzamaglia o i pantaloni. Ma sono nato per stare in palcoscenico, a comunicare con chi viene a vedermi, con la forza necessaria e con tanta gioia".
Sino al finale. "Tutti noi danzatori siamo in scena: io, Cristina Cazorla, Carlos Romero, Ana Sophia Scheller, ognuno con le sue doti e il suo stile, oltre ai musicisti e ai cantanti, per un totale di 20 artisti. Una festa per noi ma anche una celebrazione con il pubblico, perché senza di voi non esisterebbe questo spettacolo, che considero di tutti".
Prevedibile al termine di SeR il consueto bagno di folla, che Sergio Bernal ritiene parte della sua esibizione: "La nostra è una professione molto dura e dopo lo spettacolo ricevere il calore del pubblico è un momento irrinunciabile per me. Perché insieme abbiamo compiuto un viaggio dentro il flamenco e alla fine ci ritroviamo a commentarlo".