AMALIA APICELLA
Cultura e spettacoli

Viaggio tra le arti con Finazzer Flory: "La natura diventa palcoscenico"

Il 12 luglio la prima edizione di ’A 360 Festival’ nel Fermano: "Circo, teatro, musica e danza intorno al sole"

Il 12 luglio la prima edizione di ’A 360 Festival’ nel Fermano: "Circo, teatro, musica e danza intorno al sole"

Il 12 luglio la prima edizione di ’A 360 Festival’ nel Fermano: "Circo, teatro, musica e danza intorno al sole"

"Guardare ascoltando significa offrire alla vista una visione a 360 gradi, uno spettacolo fisico in grado di far cambiare punto di vista allo spettatore". È lo spirito con cui Massimiliano Finazzer Flory (foto), attore, regista e direttore artistico di fama internazionale, inaugura la prima edizione di A 360 festival. Un viaggio sensoriale guidato dalle sette arti, che inizia a mezzogiorno di sabato 12 luglio e prosegue fino al tramonto. Il luogo che ospita la proposta di Finazzer Flory è l’Officina del Sole, la cui vista da Montegiorgio, nel Fermano, offre una panoramica su tutte le Marche.

Finazzer Flory, come nasce il festival?

"Il format a 360 gradi, ideato assieme a Beatrice Beleggia, rappresenta esattamente ciò che vorrei far vivere al pubblico: un’esperienza a tutto tondo. Ho voluto tradurre l’ampiezza dello sguardo panoramico nelle arti: tutte e sette, come tramandate dalla cultura rinascimentale".

Come ha selezionato le sette performance?

"Ogni artista proviene da un linguaggio diverso. Si alterneranno seguendo il movimento del sole, dalle 12,30 fino al tramonto. Ci sarà la cantante Carlotta Limonta, con brani dal jazz al soul fino allo swing italiano; Elena Somaré, interprete internazionale di fischio melodico, e Mats Hedberg, compositore e chitarrista svedese; Claudia Franco, artista di circo contemporaneo di origine italo- brasiliana e Cristian Trelles della scuola di circo La Tarumba di Lima; Leonardo Castellani, ballerino della Luca Ronconi del Piccolo Teatro, che lavora con Michela Lucenti di Balletto Civile (formatasi con Pina Bausch); infine il mio teatro".

Qual è il fil rouge?

"Il mito è una chiave di lettura importante. Ma ci sarà anche un omaggio alle Marche con una performance ispirata allo Sposalizio della Vergine di Raffaello".

Il quadro è diventato fonte di ispirazione?

"Raffaello ci mostra un palcoscenico ideale: ci sono il sacerdote, il teatro sullo sfondo, l’unione tra Maria e Giuseppe. Ma ciò che colpisce di più sono le mani, il gesto dello scambio dell’anello. È un gesto di passaggio, un ’matrimonio’ simbolico. Ogni arte, nel passaggio alla successiva, proverà a infilare quell’anello, a passarsi il testimone, a stringere la mano dell’arte che segue".

Che messaggio vuole veicolare?

"Ciascuno guarda le cose dal proprio punto di vista. L’invito è: cambiamo sguardo, mettiamoci nei panni dell’altro. La visione è sempre un’esperienza plurale. E questo festival vuole offrire proprio una visione condivisa".