Serracchiani: "Gesto Calenda irresponsabile sulla pelle degli italiani. La destra brinda"

La capogruppo Pd alla Camera: si è fatto condizionare dagli ex azzurri. "Un errore coinvolgerli? No, era giusto il tentativo di fare fronte comune. Bisogna aggregare chi ha un’idea alternativa a quella di Salvini e Meloni"

Debora Serracchiani, 51 anni

Debora Serracchiani, 51 anni

Roma, 7 agosto 2022 - Onorevole Debora Serracchiani , capogruppo Pd alla Camera. Il dado è tratto. Missione fallita, Calenda ha rotto il patto con voi. Chi brinda?

"Sicuramente la destra, della quale Calenda si dice avversario ma che favorirà. A giudicare dai commenti successivi alla rottura direi anche che Calenda abbia seguito le sirene di coloro che da Forza Italia sono transitati nella sua formazione. Credo, comunque, che sia una rottura assolutamente incomprensibile, irresponsabile, e che oggettivamente ci lascia basiti perché noi abbiamo fatto tutto quello che con generosità potevamo fare e siamo stati traditi".

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Ma lei se lo aspettava che finisse così? "No, non me lo aspettavo, perché lo stesso Calenda aveva chiesto un accordo e l’accordo, molto chiaro, era stato trovato, prendendo anche decisioni importanti come quella di non candidare all’uninominale i leader. Invece la parola e la firma sono state disconosciute in pochi giorni. Francamente non capisco le ragioni politiche di questa rottura".

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Con il senno di poi, non è stato un errore tentare di costruire un campo troppo largo e contraddittorio, che aveva al suo interno sia partiti che hanno sostenuto il governo Draghi che partiti d’opposizione che gli hanno sistematicamente votato contro? "Partiamo da un presupposto. Questa pessima legge elettorale ci costringe a fare alleanze elettorali, che nel campo del centrodestra sono state più facili perché lì ormai c’è un capo soltanto che si chiama Giorgia Meloni, e più complesse nel nostro campo. Noi con generosità abbiamo cercato di mettere assieme tutti coloro che hanno una idea alternativa a quella della destra e basata su una visione europeista e sulla lotta alle disuguaglianze. Eravamo ben consapevoli delle diverse sensibilità e le rispettavamo. Era giusto, doveroso provarci. È Calenda che si è chiamato fuori".

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Calenda dice che per lui era intollerabile stare con Fratoianni e Bonelli. Ma nel patto tra voi e Azione è scritto apertamente che voi vi sareste alleati con altre forze, e tutti sapevano da tempo quali fossero. E quindi? "Era tutto chiaro ed esplicito. Non è che Calenda può alzarsi e dire, io con Fratoianni e Bonelli non ci sto. Aveva già accettato che la coalizione fosse larga sapendo chi avrebbe compreso. E invece ha stracciato l’accordo, con motivazioni che fa fatica LUI stesso a spiegare. Perché la verità è che non ha pensato all’interesse del Paese. E questo francamente ci rende molto diversi...".

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Evidentemente Calenda pensa di conquistare più voti andando al centro. "Aspettiamo di vedere se li prenderà. In realtà i sondaggi ci dicevano che stavano crescendo i partiti che hanno fatto una scelta di unità. Quanto al mitologico “centro“, mi sembra un non luogo. La scelta è fra gli amici di Orban e Putin e chi ha lavorato per l’Europa della solidarietà".

Le è venuto il sospetto che in fondo Calenda abbia solo provato a separarvi da Sinistra Italiana e Verdi ma che mai e poi mai sarebbe andato con loro? "Se questa era l’intenzione, non si capisce perché abbia firmato l’accordo che diceva chiaramente che saremmo stati alleati anche con altre forze".

Forse c’è anche un problema di carattere. Goffredo Bettini dice: "Io vi avevo avvertito che Calenda è inaffidabile...". "Credevamo di averlo convinto ad essere parte di una intesa elettorale nell’interesse del Paese e alternativa alle destre. Ma quanto abbiamo ascoltato oggi ha molto poco di politico e sa molto di populismo, magari un populismo di elite".

E adesso? "Andiamo avanti con le nostre idee e le nostre proposte. A breve completeremo il programma, che sarà fondato sull’ agenda sociale, e quindi sul tema dei salari e delle pensioni, quello dei giovani e delle politiche attive del lavoro, della sostenibilità ambientale e della transizione ecologica. E poi decideranno gli italiani se affidarsi a un progetto credibile, responsabile ed europeista o a questa destra populista e sovranista".