Adriatico, l'Italia tentenna e la Croazia si prende il metano

di BEPPE BONI - C' è un bicchiere pieno e dentro ci sono due cannucce. Da una viene succhiato il liquido dall'altra No. Risultato: il beneficio è per una parte sola. La metafora serve per spiegare ciò che sta avvenendo in piena crisi energetica fra Italia e Croazia. Il bicchiere pieno è il Mar Adriatico che custodisce un immenso giacimento di gas metano. L'Italia non autorizza nuove trivellazioni per timori (teorici) di subsidenza e per ideologia ambientalista mentre la Croazia di fronte a noi trivella e si prende il metano. Il professor Davide Tabarelli, presidente di Nomisma energia, ricercatore e docente universitario spiega in una intervista al Carlino che l'Italia sta facendo un autogol clamoroso. Se è vero (ma non c'è prova) che esistono pericoli, così non li evitiamo perchè la Croazia estrae metano di fronte a noi. Con i conseguenti benefici di risparmio energetico. Il nostro Paese oggi estrae 3,3 miliardi di metri cubi di metano: troppo pochi per il fabbisogno nazionale, cosi lo importiamo da Russia e Libia pagandolo molto caro con l'attuale aumento dei prezzi. Secondo i calcoli del professor Tabarelli se sfruttassimo i giacimenti dell'Adriatico potremmo produrre circa 13 miliardi di metri cubi di gas abbassando cosi notevolmente la soglia degli acquisti- Non farlo è una scelta sbagliata e penalizzante anche perchè non ci sarebbe necessità di costruire nuove piattaforme. Basterebbe riadattare e riqualificare quelle esistenti.