La salute al centro

di ALESSANDRO VESPIGNANI - Economia e manovra: ci mancherebbe. Giustizia e Difesa: strategici. I due posti al Viminale e alla Farnesina: importantissimi. Ma nel nuovo Governo sarà fondamentale anche il ruolo del ministro della Salute, perché nella stanza di via Lungotevere Ripa, a Roma, si decide una parte importante del presente e del futuro dell’Italia. Tutto quello che è stato progettato durante la pandemia – Case della salute, medicina territoriale, taglio delle liste di attesa, potenziamento dei servizi e della digitalizzazione – nel giro di pochi mesi dovrà germogliare. Senza dimenticare il tema della copertura degli esorbitanti costi Covid sostenuti dalle Regioni, sul quale ieri è nuovamente intervenuto il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. L’ultimo numero di ’Fondamentale’ – la rivista dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro – ha dedicato un lungo servizio a un altro degli effettivi negativi della pandemia: in Italia e in altri Paesi europei sono aumentati i casi di tumore legati a iniquità sociale. Le persone che vivono uno status sociale più basso, hanno maggiori possibilità di ammalarsi. E anche senza disporre di sofisticati algoritmi, siamo pronti a scommettere che tra il 36% della popolazione che domenica non ha votato, ci sono italiane e italiani che alla richiesta di prenotare una visita specialistica si sono sentiti rispondere: «Ripassi tra un anno». Alla guida del ministero della Salute serve una figura forte, competente e inflessibile. Anche perché il bastardo – inteso come Sars-Cov-2 –, come dimostrano i dati di questi ultimi giorni, ancora non ci tiene a togliere il disturbo.