Blocco dei licenziamenti fino al 30 aprile

Decreto Ristori 5: in previsione anche altre 26 settimane di cassa inegrazione

Il ministro dell'Econimia, Roberto Gualtieri (Ansa)

Il ministro dell'Econimia, Roberto Gualtieri (Ansa)

Roma, 27 dicembre 2021 - Stop ai licenziamenti allungato fino al 30 aprile per tutti e dopo in maniera selettiva. Previsione di altre 26 settimane di cassa integrazione. Cartelle esattoriali da bloccare prima che partano tra fine gennaio e inizi febbraio. Cancellazione totale o parziale delle tasse sospese lo scorso anno e nuove forme di contributi a fondo perduto per le imprese con cali di fatturato nel 2020 oltre il 33 per cento rispetto al 2019. Sono questi i capitoli principali del decreto Ristori cinque che, nonostante le dimissioni del premier, il governo potrà e dovrà approvare la settimana prossima al massimo: secondo le indicazioni concordate con il capo dello Stato, anche l’esecutivo dimissionario può operare attraverso provvedimenti urgenti. 

E, d’altra parte, a confermare l’arrivo del pacchetto è lo stesso ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri: "Dovremo dare cig aggiuntiva e prorogare il blocco dei licenziamenti, una prima tranche per tutti e poi per i settori in difficoltà. Proseguiamo il lavoro sul decreto legge ristori che comprenderà anche la misura sui licenziamenti: prima con una proroga generale e poi, a mio giudizio, con una successiva limitata ai settori più in difficoltà che hanno delle perdite come può essere il turismo". 

Insomma, la macchina per la messa a punto del nuovo provvedimento è tuttora all’opera, anche se devono essere sciolti molteplici nodi politici, che vedono su fronti divaricati Pd e grillini. Questi ultimi, infatti, con il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, spingono per una proroga generalizzata fino a fine giugno del blocco dei licenziamenti in scadenza a marzo. E sulla stessa linea sono i sindacati. Il ministro Gualtieri, come accennato, è orientato per una soluzione intermedia: un mese in più di blocco per tutti, ma da maggio lo stop dovrebbe rimanere in piedi solo per le attività chiuse per decreto o che si trovano in condizioni molto precarie: come può essere per le imprese del turismo, della ristorazione, dei pubblici esercizi. Per tutte le altre attività, al contrario, si dovrebbe dare la possibilità di procedere a ristrutturazioni, come chiedono da Confindustria

Di sicuro, però, l’operazione sarà accompagnata dalla predisposizione della nuova dotazione di cassa integrazione: si tratta di 26 ulteriori settimane, alle quali è da aggiungere il rifinanziamento della Naspi per i disoccupati. 

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