Bolkenstein, la direttiva non riguarda le spiagge

L'ha spiegato il 'padre' della direttiva durante un incontro con i titolari di concessioni balneari. "Non sono servizi, ma beni"

Un spiaggia attrezzata

Un spiaggia attrezzata

Roma, 18 aprile 2018 - “Non voglio commentare la legge italiana, ma per quanto mi riguarda le concessioni balneari non sono servizi ma beni, e quindi la direttiva sulla libera circolazione dei servizi non va applicata alle concessioni delle spiagge”, è il commento dello stesso 'padre' della legge che porta il suo nome: Frederik Bolkenstein ex commissario Ue per il mercato interno e autore della direttiva omonima nell'aula dei Gruppi parlamentari di Montecitorio, davanti a tanti titolari di concessioni balneari.

Perché sono loro a vedere in quel nome un vero e proprio incubo. “Avere o meno un accordo con l'Ue per ottenere una proroga di 75 anni, come ha fatto la Spagna - ha aggiunto Bolkenstein - dipende dal governo italiano. Se posso dare un consiglio utile per il nuovo governo - ha aggiunto - suggerirei di fare presente alla Commissione Ue che i titolari degli stabilimenti balneari non forniscono servizi ma sono titolari di un bene”.

Un barlume di speranza, dunque, per 30mila imprese e 300mila lavoratori – sono i conti del forzista Deborah Bergamini che, insieme a Mariasella Gelmini, ha ribadito l'impegno del suo partito a bloccare le gare - impegnati a fornire servizi sugli arenili di tutta Italia. Tutto il centrodestra si è impegnato su questo fronte, ma durante l'incontro sono passati a dare solidarietà anche Matteo Salvini e Giorgia Meloni.