Caro bollette in Emilia Romagna, Confindustria: "Costi quintuplicati"

Il presidente Pietro Ferrari: "E' probabile che le aziende più colpite debbano ridurre la produzione e ricorrere alla cassa integrazione"

Le imprese in sofferenza a causa del caro energia

Le imprese in sofferenza a causa del caro energia

Bologna, 16 febbraio - In Emilia Romagna la bolletta energetica dell’industria regionale passerà dai 700 milioni di euro del 2019 a 4 miliardi nel 2022. Un dato da far tremare le vene ai polsi, annunciato stamattina dal presidente di Confindustria Emilia Romagna, Pietro Ferrari, che ha fatto il punto sull’allarme caro bollette e sulla situazione dell'industria regionale, assieme al direttore Luca Rossi.

Piero Ferrari, presidente Confindustria Emilia Romagna (foto Schicchi)
Piero Ferrari, presidente Confindustria Emilia Romagna (foto Schicchi)

Caro bollette: lo spettro della cassa integrazione

“Il problema energetico è devastante – scandisce Ferrari - purtroppo non possiamo usare altri termini”. “Molte aziende – avverte –, pur con un carico d’ordine rilevante, si troveranno a produrre senza marginalità e questo inciderà, se non quest’anno, nei prossimi, sulla quota di investimenti che potranno sostenere, ma è anche probabile che qualche impresa dovrà ridurre i cicli di lavoro e ricorrere alla cassa integrazione. Ci sono ancora settori in difficoltà sulla ripartenza, tra ristorazione, alberghi e terziario in primis ma non solo, e se il nodo rincari non si scioglierà a breve, le aziende, pur avendo ordini, andranno in sofferenza”. Ferrari esclude nuovi licenziamenti ma – avverte -, i numeri sono talmente sovrastanti che la produzione di molte imprese è stata stravolta”.

I settori più colpiti

Fra i settori più colpiti quello “della produzione di mattoni, visto che i forni valgono il 55-60% dei costi” spiega Ferrari. E poi ovviamente “il settore della ceramica, dove sono state prolungate le ferie invernali, anche se la sua domanda tiene perché il prodotto è molto forte".

La soluzione: spingere sulle rinnovabili

E allora qual è la soluzione? “A breve termine non ne esistono – sottolinea Ferrari -, ma è fondamentale rendere il nostro sistema energetico il più efficiente possibile e meno in balia delle dinamiche dei prezzi e delle tensioni geopolitiche, partendo da un mix virtuoso delle fonti di approvvigionamento”. “Nel Patto per il Lavoro e per il Clima sottoscritto a fine 2020 con la Regione abbiamo condiviso l'obiettivo di accelerare la transizione ecologica, raggiungendo la decarbonizzazione prima del 2050 e il 100% di energie rinnovabili entro il 2035 – ricorda -. Se vogliamo cogliere questo ambizioso traguardo, non possiamo più rinviare scelte chiare in questa direzione”.

“L'aggiornamento del Piano Energetico regionale − prosegue Ferrari - sarà un'occasione importante di confronto con la stessa Regione, per trovare coerenza tra obiettivi, politiche di sostegno, norme e procedimenti amministrativi. Dobbiamo poter contare su anni di intense politiche di investimento pubbliche e private nella capacità di produzione di energie rinnovabili sull'intero territorio regionale”. 

“La Regione Emilia-Romagna – insiste Ferrari - deve decidere: se vuole rimanere una regione altamente manifatturiera deve mettersi in condizione di avere dei costi energetici che siano comparabili con i competitor del mondo". Il leader degli industriali ribadisce la "necessità assoluta di modificare il quadro regolatorio di riferimento e di metterci in condizioni che ci siano molte più proposte da parte di aziende e investitori in questo settore, per attivare tutte le alternative al consumo di gas". Anche perché, dai dati forniti da Confindustria, risulta che il consumo di energia del settore industriale dell’Emilia-Romagna è coperto per l’83% attraverso il gas naturale.

“È importante, per esempio – evidenzia Ferrari -, diffondere il più possibile la produzione di biometano, anche tramite accordi di filiera, specie nel settore ceramico e alimentare, con prezzi concordati e certificazione di provenienza”. “In Emilia- Romagna – sottolinea – “abbiamo la necessità di poter attivare in tempi rapidi tutti gli investimenti programmati e programmabili nel campo delle energie alternative. Investimenti che mettano in condizione di riequilibrare il mix energetico di questa regione”.

L'intervento del Governo

Ferrari non si fa grandi illusioni sull’efficacia risolutiva dell’intervento del Governo. “La riduzione del carico per le famiglie è un dato acquisito – commenta -, ma si potrebbe pensare anche a quella delle accise sugli extra costi, in modo da mettere comunque in equilibrio la bilancia economica dello Stato e ridurre in modo almeno rilevante la bolletta energetica delle imprese”. 

Quest'anno Confindustria ER compie 50 anni

Durante l’incontro, Ferrari ha ricordato anche una ricorrenza importante per l’associazione degli industriali: quest’anno Confindustria compirà 50 anni ed è impegnata in un’analisi che fotograferà i cambiamenti sociali ed economici dal 1972 ad oggi, di cui presenterà i risultati in occasione degli eventi per l’anniversario.