Concessioni balneari, l'Emilia Romagna a Draghi: "Ecco come tutelare i bagnini"

Patto della Regione con le associazioni. "Va tenuto conto del valore delle imprese per le aste di fine 2023"

Il settore ai raggi X

Il settore ai raggi X

Rimini, 9 gennaio 2021 -  La regione Emilia-Romagna e le associazioni si muovono per dare un futuro ai balneari. La sentenza del Consiglio di Stato che anticipa di dieci anni, al 31 dicembre 2023, la scadenza delle attuali concessioni, è stata un’autentica mazzata per la categoria.

La legge del primo governo Conte nel 2018 aveva infatti fissato la scadenza al 2033 e negli ultimi tre anni c’è chi ha acquistato uno stabilimento balneare spendendo cifre a cinque o sei zeri, mentre coloro che avevano già la concessione, hanno investito per riqualificare l’azienda, sempre in proiezione futura.

La sentenza del Consiglio di Stato non lascia spiragli e c’è una volontà ferrea dietro la decisione di quest’organo supremo, perché l’unica figura a cui potrebbero eventualmente far riferimento i diretti interessati per un ricorso è il presidente della Repubblica, che era ed è in scadenza. È chiara dunque la posizione sulla direttiva Bolkestein che prevede di mettere a bando le concessioni, incluse quelle del demanio marittimo. Il siluro è stato lanciato e adesso occorre lavorare su come applicare la direttiva, per far valere gli investimenti effettuati dagli attuali concessionari e stabilire dei criteri precisi nelle regole del bando.

Il presidente della regione Stefano Bonaccini e l’assessore regionale Andrea Corsini vogliono salvaguardare il valore delle imprese e l’occupazione. Dopo una serie di confronti con bagnini e associazioni di categoria hanno preparato una piattaforma programmatica che ora verrà presentata al tavolo del Governo.

"Va salvaguardato il valore delle imprese, degli investimento realizzati e l’occupazione. Bisogna agire in fretta" hanno detto il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessore al turismo Andrera Corsini. Il documento è stato presentato anche ai comuni della riviera, che dovrebbero predisporre i bandi di gara per le concessioni fra due anni. Fra gli altri paletti previsti dal documento, si ritiene necessario che Regioni e Comuni possano concorrere nella definizione dei criteri dei bandi di gara, con l’obiettivo di valorizzare il paesaggio e gli elementi identitari della fascia costiera. In sostanza, l’obiettivo è comunque quello di far partire in pole position nelle future aste gli attuali concessionari che hanno lavorato e investito bene. 

-

Simone Battistoni, presidente della Cooperativa stabilimenti balneari di Cesenatico e vicepresidente nazionale di Sib Confcommercio, è tra gli operatori che hanno maggiormente seguito questo argomento. Battistoni, questa volta sembra che dalla direttiva Bolkestein non vi possiate sottrarre. "Noi non la pensiamo così, c’è una legge dello Stato italiano, la 145 del 2018, che ci garantiva la scadenza delle concessioni nel 2033 e noi avevamo puntato tutto su questa data; ovviamente dobbiamo dialogare con il Governo per trovare un equilibrio fra la normativa europea e le nostre esigenze, ma noi non molliamo sulla legge 145". Detto in termini semplici, cos’è la Bolkestein e perché voi balneari siete nell’occhio del ciclone? "E’ una direttiva che per il 90 per cento parla di liberalizzazione, di non frenare l’iniziativa imprenditoriale privata e di rendere disponibile una risorsa se è scarsa; non fa cenno al demanio, così come non ci sono le parole concessione e balneari. Purtroppo c’è un problema tutto italiano nell’interpretazione ed è evidente". Ci faccia un esempio concreto . "I tassisti hanno il loro bene che lavora sul suolo pubblico che è la strada, quindi si parla di aumentare le licenze oltre a quelle esistenti, non di requisire le auto dei tassisti per darle ad altri. Nel nostro caso, si vuole invece portare via le aziende che abbiamo realizzato con i nostri soldi sul suolo pubblico, per affidarle ad altri privati". Cosa chiedete a Draghi? "Noi chiediamo al Governo di applicare la legge 145 e di liberalizzare il mercato dando nuove concessioni sulle spiagge dove non ci sono gli stabilimenti balneari, ovviamente salvaguardando sempre le spiagge libere". Due anni in termini di programmazione economica vuol dire domani, quale è la tempistica che vi siete dati per farvi trovare preparati al 31 dicembre 2023? "Dobbiamo intervenire subito e la regione deve aiutarci; Bonaccini e Corsini hanno fatto bene ad intervenire con un tavolo in cui sono ascoltati comuni e imprenditori, così come ha fatto bene a chiedere un ruolo, perché le regioni sono gli unici enti che conoscono il territorio e la realtà turistica". La difesa dalle multinazionali e dai grandi gruppi italiani e stranieri è una priorità. "Se si arriverà ai bandi occorre applicare norme per cercare di limitare le aggressioni dai grandi gruppi, è fondamentale tutelare il sistema romagnolo, perché è l’unico modello economico rimasto vincente". Adesso quale panorama si prospetta sulle nostre spiagge? "Il rischio è non avere investimenti per due anni e poi di vedere tutto buttato all’aria".