MARCO PRINCIPINI
Economia

Esuberi Beko, si apre uno spiraglio. La multinazionale: pronti a trattare

Tavolo al Mimit con Urso, la newco “congela” la chiusura di Comunanza e i tagli a Fabriano

La Beko Europe aveva annunciato la chiusura del sito produttivo di Comunanza, in provincia di Ascoli

La Beko Europe aveva annunciato la chiusura del sito produttivo di Comunanza, in provincia di Ascoli

Roma, 31 gennaio 2025 – Se non altro, si inizia a trattare. Ed è già qualcosa nel confronto con una multinazionale Beko Europe che snocciolava chiusure (Comunanza e Siena), tagli (Fabriano e Cassinetta) ed esuberi col pallottoliere: duemila in Italia, almeno settecento nelle Marche tra Ascolano e Anconetano.

“Ora inizieranno tre settimane di confronto con le parti, per individuare le migliori soluzioni da portare al tavolo che è mia intenzione convocare entro febbraio”, può riassumere il ministro Urso alla fine del confronto al Mimit (il Ministero delle Imprese e del Made in Italy) con i vertici di Beko Europe, dopo avere promesso la linea dura agli operai in presidio davanti al ministero. “Abbiamo necessità di approfondire i temi emersi, investimenti e occupazione”, aggiunge, annunciando che nei prossimi giorni sarà convocato “un incontro tra proprietà, Mimit e Invitalia, per analizzare gli aspetti relativi agli incentivi e ai sostegni necessari a supportare gli investimenti annunciati da Beko, che mi auguro possano essere supportati anche dalle Regioni interessate”.

Gli investimenti, ecco. Al tavolo al ministero la multinazionale s’è presentata con un’apertura sugli investimenti in Italia, 300 milioni, e la “disponibilità a valutare ulteriori aspetti del piano”, che tuttavia “potranno essere analizzati una volta emersa chiarezza sugli strumenti di accompagnamento per i lavoratori e in base alla capacità dell’azienda di poter ridurre il livello dei costi fissi”.

Questa la posizione della newco turco-americana – presente l’ad Ragip Bulcioglu – al termine del quarto incontro del tavolo istituzionale sul piano di trasformazione delle attività industriali italiane. Ecco, pur ribadendone l’analisi di partenza, “essenziale per raggiungere un assetto economicamente e finanziariamente sostenibile nel medio-lungo periodo in Italia”, Beko sta valutando un investimento di circa 300 milioni (un terzo destinato a ricerca e sviluppo) “in funzione di ulteriori discussioni e della stabilità delle attività in Italia”.

Poi la conferma che in Italia saranno basati importanti centri di ricerca e sviluppo, a testimonianza della “strategicità della presenza produttiva nel Paese”, anche se l’azienda ha ribadito la necessità di continuare nel percorso di efficientamento delle strutture “per ridurre i costi fissi secondo il piano presentato”.

Quanto ai quasi duemila esuberi, Beko Europe “conferma la disponibilità a valutare ulteriori aspetti del piano” e “a proseguire interlocuzioni con governo, parti sociali e istituzioni locali per “individuare in modo collaborativo soluzioni concrete che rendano la produzione e le attività che resteranno in Italia e in Europa sostenibili nel lungo periodo”. Per il governatore Acquaroli (presente al Mimit), “un incontro importante, perché per la prima volta è emersa la disponibilità della multinazionale a discutere un nuovo piano industriale e a bloccare le procedure che tanto creavano preoccupazione nei nostri territori per lo stabilimento di Comunanza e per la città di Fabriano. Siamo fiduciosi”.