Lavoro Emilia Romagna, sos raccolta frutta. Subito migliaia di braccia

Le associazioni creano applicazioni per incrociare domanda e offerta. La Regione attiva il portale ’Lavoro per te’

Raccolta frutta

Raccolta frutta

Bologna, 18 aprile 2020 - Il Coronavirus ha cambiato tutto. Anche in agricoltura. Primo effetto collaterale: mancano i lavoratori stagionali, gli operai addetti alla raccolta di frutta e verdura. Prima delle gelate di fine marzo e inizio aprile, e prima che la siccità presentasse il conto, in Emilia Romagna la stima era in 30mila unità mancanti all’appello. In sostanza gli stranieri, provenienti soprattutto dall’Est Europa e dall’Africa. Ma gli extracomunitari non verranno, bloccati nei rispettivi Paesi dall’emergenza sanitaria, e i comunitari non si muoveranno. Poi le anomalie climatiche hanno creato danni e ‘bruciato’ produzioni, facendo abbassare la il fabbisogno di lavoratori stagionali (50mila quelli impegnati complessivamente lo scorso anno). Ma il problema resta, servono braccianti e la natura non aspetta. Ecco perché la ricerca di manodopera agricola, ai tempi del Coronavirus, ha cambiato volto e si svolge soprattutto in rete. Le associazioni di categoria hanno creato applicazioni ad hoc per favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro e la Regione è corsa ai ripari mettendo a disposizione il portale ‘Lavoro per te’.

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«Abbiamo messo in moto i 38 centri dell’impiego dell’Emilia Romagna – le parole di Alessio Mammi, assessore regionale all’Agricoltura – per cercare di risolvere velocemente il problema della carenza di manodopera generata dal Covid-19. Un’opportunità che riguarda innanzitutto oltre 135 mila cittadini attualmente in cerca di occupazione e che stanno usufruendo di reddito di cittadinanza e sussidi come la cassa integrazione".  

La prima piattaforma nata è Agrijob, lanciata da Confagricoltura. "Abbiamo fatto da apripista – spiega il presidente regionale Marcello Bonvicini – riuscendo a rispondere a un’esigenza delle aziende associate, in un mercato del lavoro cambiato dal Coronavirus e con un aumento di disoccupati provenienti dai comparti in crisi. I numeri dell’occupazione stagionale sono strettamente correlati alle stime di produzione, che in Emilia Romagna si sono ridotte a seguito delle recenti gelate".

Poi è arrivato Jobincountry, il portale creato da Coldiretti "per combattere le difficoltà occupazionali, garantire le forniture alimentari e stabilizzare i prezzi". Un progetto avviato "in autonomia, nell’attesa che da Roma arrivi la semplificazione del voucher agricolo".  

«Confidiamo – aggiunge Cristiano Fini, presidente di Cia Emilia Romagna – che ci sia disponibilità di personale proveniente anche da altri settori in crisi. Apprezziamo la scelta della Regione sui centri per l’impiego, un altro strumento che aiuterebbe il settore primario, perché flessibile, è il voucher". Alcune aziende dell’Emilia Romagna si stanno rivolgendo alle agenzie per il lavoro, come Openjobmetis. Cambia il modo di cercare manodopera stagionale, ma la vera rivoluzione è soprattutto nei campi: non più stranieri per una ‘toccata e fuga’, ma molti italiani.  

«Per la raccolta dei meloni a Reggio Emilia – rivela Chiara Zonzin, responsabile della divisione agroalimentare di Openjobmetis – si stanno candidando anche impiegati amministrativi, estetiste e parrucchieri. E non mancano i laureati".  

Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo e coordinatore ortofrutta di Alleanza cooperative, parla di "serio problema di manodopera nel comparto ortofrutticolo a livello nazionale, mentre in Romagna, a seguito delle straordinarie gelate che si sono verificate prima di Pasqua, quasi tutti i raccolti di frutta, dalle drupacee ai kiwi, sono stati azzerati". Tanto da ridurre al minimo la necessità di stagionali. E da mettere "a repentaglio la sopravvivenza stessa delle aziende agricole". © RIPRODUZIONE RISERVATA