Pensioni a due facce. Allarme privati: un anziano su due sfiora la povertà

Il 49% delle prestazioni in questo settore è inferiore a 750 euro. In quello pubblico, invece, la percentuale scende fino al 6%

Pensioni: i numeri in Emilia Romagna

Pensioni: i numeri in Emilia Romagna

Bologna, 13 gennaio 2023 – Il vortice di nuove regole – approvate o confermate nella legge di bilancio – intende ora rimescolare le carte. Ma nel quadro emiliano-romagnolo, ci sono nodi "ancora troppo difficili da sciogliere" e "spinose criti cità con cui fare i conti". In uno scenario ormai compromesso dai rincari, i numeri della propria pensione non garantiscono, infatti, il risultato sperato e a sommarsi, a fine mese, sono solo tante preoccupazioni. Lo confermano i numeri: nel settore privato, al 49% dei pensionati in Emilia-Romagna spettano meno di 750 euro al mese. Il dato che si evince nel pubblico impiego, però, sottolinea invece come nella stessa fascia emergano numeri ben diversi, sottolineando un divario più che significativo: a prendere la stessa somma è soltanto il 5,9%.

Una prima fotografia, questa, che cela numeri ancora più significativi: in regione, l’importo medio per la pensione di vecchiaia si aggira intorno ai soli 1120 euro netti. Per quanto riguarda invece le pensioni di invalidità, la cifra scende fino ai 760 euro circa, e arriva a 550 per quanto riguarda l’importo medio delle pensioni superstiti. A incrinare ulteriormente lo scenario è il grande divario tra uomini e donne, con un significativo differenziale a favore dei primi, laddove l’importo medio risulta superiore di 633 euro lordi nelle pensioni di vecchiaia e di 367 euro lordi nelle pensioni di invalidità-inabilità. L’unica eccezione si riscontra nelle pensioni ai superstiti, dove, in media, 280 euro lordi di differenza sono a favore delle donne. Parallelamente, però, risulta significativo anche il gap tra settori privati e pubblici, che ammonta a circa 600 euro lordi di differenza a favore del secondo per le pensioni di vecchiaia.

Nel corso del 2021, il totale dei pensionati da lavoro è stato pari a 1.198.234, corrispondente al 27% del totale della popolazione emiliano-romagnola e al 60,6% della popolazione occupata. Mentre a gennaio 2022, invece, le pensioni vigenti sono state circa 1.453.000, con un importo complessivo annuo pari a 23,9 miliardi di euro: di questi, le prestazioni di tipo previdenziale sono costituite per il 72,7% da pensioni dirette da lavoro (denominate di vecchiaia, di cui il 50,8% erogato a uomini), per il 4,7% da pensioni di invalidità/inabilità (di cui il 51,5% erogato a donne) e per il 22,6% da pensioni ai superstiti (di cui l’84% erogato a donne). Un quadro, questo, che interessa un alto numero di cittadini in ogni città della regione: in particolare, il numero di pensioni per 100 residenti è significativamente più alto nelle province di Ferrara (38,2%), Ravenna (35,2%) e Forlì-Cesena (34,2%). Nel 2021 sono state liquidate 76.962 nuove prestazioni pensionistiche, con un aumento dell’ultimo biennio 2020-21 piuttosto contenuto (+3,6%) rispetto a quello degli anni precedenti. Tra queste, si rileva un’incidenza del 65,1% delle pensioni di vecchiaia-anticipate (di cui il 53% a uomini), seguite dal 28,8% delle pensioni ai superstiti (erogate per il 77,3% a donne), e, infine, dal 6,1% delle pensioni di invalidità-inabilità (erogate per il 54,8% a uomini).