La Russia non paga, sos imprese a Fermo

I calzaturieri del Fermano al Governo: "Bisogna trovare un modo per far affluire i soldi"

Arturo Venanzi è il presidente reggente di Confindustria Fermo

Arturo Venanzi è il presidente reggente di Confindustria Fermo

Fermo, 21 aprile 2022 - Le sanzioni decise contro la Russia stanno causando danni notevoli anche al distretto calzaturiero del Fermano. "Il problema più importante, al momento, è – secondo Arturo Venanzi presidente reggente di Confindustria Fermo – il mancato pagamento di ordini e merce consegnata. E questo perché le banche italiane non lavorano più con la Russia dopo l’espulsione dal sistema Swift e anche per scelta". Un danno che è difficile quantificare ma che si aggirerebbe in diverse centiaia di migliaia di euro. Le proposte dei calzaturieri del fermano a tutti i parlamentari, è che si intervenga sull’interpretazione delle sanzioni. "Ci devono essere i margini per far arrivare i pagamenti. Ma per riuscirci serve l’intervento del Governo. La possibilità, stando ai nostri esponenti politici, ci sono, la volontà? Bisogna capire che bloccando i pagamenti di prodotti di moda e manifatturieri non si danneggia solo il russo, ma anche l’imprenditore che ha lavorato. Tecnicamente – ribadisce Venanzi – si stanno fermando soldi nostri". Confindustria Nazionale e Assocalzaturifici stanno lavorando per trovare una soluzione condivisa, che tuteli i principi internazionali e non cancelli il know how di un distretto che non ha eguali.

«Ci sono 50 aziende del distretto fermano-maceratese iscritte all’Obuv, la fiera di Mosca in programma dal 26 al 29 aprile. Ma se vendono, poi come le pagano? ribadisce Venanzi che ammonisce: "Servono chiarimenti in fretta. Il conflitto porta dolore e morte. La nostra risposta, come Occidente, sono state le sanzioni. Abbiamo scelto di colpire economicamente la Russia. Però dobbiamo fare attenzione, perché ogni norma se non ben scritta può causare danni imprevedibili".

Gli appelli lanciati dal sistema confindustriale fermano ai politici tengono conto dei dati che riguardano il peso che ha la Russia nei confronti del distretto calzaturiero del fermano: "La Russia, è bene ricordarlo, per il settore Moda è un mercato fondamentale. È vero che a livello regionale la percentuale di export sembra marginale (3-5%), ma per la provincia di Fermo arriva al 40%. Un volume di affari garantito per il 90% da calzaturiero e accessori, dalle borse alla componentistica. Tra l’altro, questi dati non tengono conto delle triangolazioni che riguardano altri Paesi dove passa merce poi diretta in Russia".

Le esportazioni di calzature dal distretto calzaturiero del fermano dopo il record registrato nel 2015 quando le vendite hanno raggiunto 845.749 euro negli anni seguenti hanno subito un considerevole calo fino a raggiungere i 482.802 del 2020 un anno fortemente condizionato dal covid. Alla fine del 2021, si è assistito ad un aumento che ha permesso alle esportazioni di raggiungere quota di 500.037 euro grazie anche ad una ripresa delle vendite nei confronti della Russia, ma ora la guerra in atto rischia di compromettere tutto. Nel settore calzaturiero ci sono aziende che hanno l’80 del fatturato legato al mercato russo e ucraino.