Spiagge, l’urlo dei balneari: "Salvate le nostre imprese"

Appello al Governo durante il G20 delle spiagge a Riccione. Nel mirino le aste: "In decine di migliaia stiamo vivendo nell’incertezza"

Mauro Vanni, presidente nazionale Confartigianato imprese balneari

Mauro Vanni, presidente nazionale Confartigianato imprese balneari

Riccione (Rimini), 6 aprile 2022 - "Il governo ha il dovere di difendere il suo sistema balneare". Ancora una volta gli operatori balneari sono tornati ad attaccare l’emendamento al Ddl concorrenza che detta tempi rapidi per arrivare alle evidenze pubbliche delle concessioni di spiaggia, a partire dal 2024. Lo hanno fatto al G20 Spiagge, il summit che si sta svolgendo a Riccione e che raccoglie i rappresentanti dei comuni turistici affacciati sul mare, capaci di superare il milione di presenze turistiche.

Per la prima volta il summit si è aperto a tutte le 334 località balneari italiane e non solo ai 26 sindaci che compongono il G20. Questo ha permesso di offrire anche un diverso punto di vista sulle future aste per le concessioni sugli arenili del Paese. Il sistema di imprese turistiche nato e cresciuto sulla sabbia è parte integrante di una offerta complessiva delle singole località. Va da sé che le aste cambierebbero il tessuto economico e forse anche l’offerta delle singole località.

Si tratta di "decine di migliaia di aziende, per la maggior parte a conduzione famigliare" ha sottolineato Antonio Capacchione presidente del Sib Confcommercio. Imprese "che da troppo tempo vivono in una situazione di totale incertezza e il cui malessere si è espresso nella grande manifestazione dello scorso 10 marzo in piazza Santi Apostoli a Roma. Non è più rinviabile un percorso di riforma della materia. La riforma contenuta nella vigente legge 145/2018 è valida e opportuna: da applicare non da abrogare". Per Capacchione si può tornare indietro alla proroga delle concessioni per 15 anni a determinate condizioni. "Le criticità sollevate dalla Comunità europea su questa legge riguardano non la ‘quantità temporale’ della proroga (5, 10 o 15 anni) bensì la sua modalità di assegnazione: ‘automatica e generalizzata’ invece che ‘caso per caso’".

Il Sib chiede un passo indietro rispetto all’emendamento al Ddl concorrenza "che riteniamo inaccettabile" in modo particolare "per l’assenza di adeguate ed effettive tutele dei concessionari attualmente operanti. Abbiamo quindi offerto al Parlamento molteplici proposte di subemendamenti finalizzati alla corretta applicazione della cd Direttiva Servizi, alla previsione di una disciplina transitoria, a tutela del legittimo affidamento dei concessionari attualmente operanti, a salvaguardia del valore aziendale e rispetto dell’esigenza di certezza del diritto, degli atti amministrativi di proroga già rilasciati".

Ad oggi il governo si sta invece muovendo sulla strada che porterà alle aste e quello che preoccupa un po’ tutte le sigle riguarda "una liberalizzazione selvaggia – ha detto Mauro Vanni presidente nazionale Confartigianato Imprese balneari – che non tiene conto della storia e della cultura del nostro Paese. Microimpree a gestione famigliare che sono custodi di una cultura del turismo che ha creato la ricchezza e il benessere dei nostri territori". Da qui l’appello al governo "di difendere il suo sistema balneare, fiore all’occhiello del turismo italiano" ha ribadito Diego Casadei segretario generale di Oasi Italia. Va in questa direzione la richiesta di Sabina Cardinali, presidente nazionale di Cna Balneari, per attivare il "doppio binario", ovvero consentire la "continuità aziendale alle imprese esistenti, e nuove iniziative imprenditoriali su aree disponibili".