25 aprile, festa tradita al Pratello

La lettera. Risponde Beppe Boni

Bologna, 27 aprile 2023 – Il 25 aprile come sempre nella zona del Pratello a Bologna si è festeggiata la Liberazione. Peccato che le strade vicine, come avvenuto anche in passato, vengano ridotte a latrine a cielo aperto. Questa situazione si è verificata sotto gli occhi di tutti, adulti e piccoli. La cosa che giudico ancora più grave in questa occasione è che le scene descritte sono avvenute sotto gli occhi di alcuni rappresentanti delle forze dell'ordine. Credo si tratti di una vera indecenza. Tutto ciò è documentato da fotografie e video girati dai residenti. Gabriella Lanzoni Risponde Beppe Boni Il Carlino ha documentato con foto e servizi lo scenario di caos ingestibile che si è venuto a creare al Pratello con la scusa della festa di Liberazione. Che non ha liberato gli abitanti della zona, anzi li ha costretti in casa a subire tutto ciò che hanno subito. Il titolo usato in queste pagine per documentare l'accaduto dice tutto: "Residenti esasperati: una fogna a cielo aperto, e ci minacciano se chiediamo tregua". I gestori dei locali hanno abbassato le serrande all'orario concordato, ma la folla degli sconsiderati ha creato ugualmente il caos. Il Comune dal punto di vista logistico ha mantenuto le promesse allestendo bagni chimici e punti per la raccolta dei rifiuti. Ma tutto ciò, come era prevedibile, non è bastato. E allora bisogna interrogarsi una volta per tutte sulla gestione di eventi come questo e come la Street parade che ha creato altrettanto disagio con danni e muri imbrattati alcuni giorni fa. Qualcuno dovrà pur prendere atto del fatto che la situazione è sfuggita di mano in entrambe le circostanze. Non è sufficiente mettere qualche bagno chimico in strada, come è accaduto al Pratello, per dire che si è fatto tutto ciò che si doveva fare. I cittadini che hanno protestato e subito danni non sono visionari o contestatori di una festa come la Liberazione. Vediamo se in questi giorni qualche amministratore avrà il coraggio civile di fare autocritica. Ammettere gli errori non è un segno di debolezza e serve per non mandare in scena un replay altrettanto negativo. beppe.boni@ilcarlino.net voce.lettori@ilcarlino.net