Massimo Pandolfi
Editoriale
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A Maria e Fulvio

Sette mesi fa, in questa stessa newsletter, avevamo lanciato un piccolo appello al sindaco di Bologna, Matteo Lepore: “Prima o poi Bologna dovrà ricordarsi, in qualche modo, di voi. Magari con il Nettuno d’Oro.”

Parlavamo di Maria Vaccari e Fulvio De Nigris, che dalla tragedia della perdita del figlio Luca hanno saputo creare un luogo straordinario: la Casa dei Risvegli. Un laboratorio di scienza, umanità e speranza che da vent’anni rappresenta un modello internazionale. Una cattedrale laica, nata dal dolore ma costruita con amore, pietra su pietra, gesto dopo gesto.

Oggi, con gioia, possiamo dire che quel nostro desiderio – e il desiderio di tanti cittadini – è stato ascoltato.

Oggi, martedì15 aprile, nella Sala Rossa di Palazzo d’Accursio, Fulvio e Maria riceveranno dal sindaco Lepore la Turrita d’Argento, un riconoscimento importante, sentito, meritato. Non è il Nettuno d’Oro, è vero, ma il significato profondo resta: la città si è fermata un momento per dire “grazie”. E forse, in questi tempi così frenetici, è proprio questo il premio più raro.

Il ringraziamento non è solo a due persone, ma a un’intera comunità: famiglie, medici, volontari, amici.

A chi si prende cura. A chi non smette di credere. A chi, come Maria e Fulvio, continua ogni giorno a trasformare la fragilità in forza, la perdita in presenza.

E allora sì, lasciatecelo dire con affetto: siamo felici, oggi, di aver contribuito – anche solo con una parola – a fare in modo che Bologna si ricordasse di loro. E lo facesse nel modo più bello: con un abbraccio pubblico.