Da tempo si sente dire che l’intera rete idrica italiana è un colabrodo. Questo mi preoccupa moltissimo soprattutto in considerazione del fatto che anche quest’anno la siccità non ci abbandona. Basta osservare i fiumi Reno e Idice, quest’ultimo soprattutto ridotto a un rigagnolo anche nella sua fase di scorrimento collinare. Mi hanno detto che Bologna in parte sta facendo manutenzione. Speriamo sia vero.
Ubaldo Borelli
Risponde Beppe Boni
Evitare sprechi di acqua è ormai una necessità strutturale. La rete idrica italiana andrebbe davvero quasi tutta rivista, ma intanto ogni singola città qualche pezza sta cercando di metterla anche se servirebbe un vestito nuovo e non un semplice rammendo. Nei giorni scorsi sono stati effettuati lavori di manutenzione su una importante condotta idrica in via del Triumvirato, nell’ambito del progetto di bonifica iniziato a giugno. In questo progetto Hera ha investito quasi 300.000 euro per rendere più efficiente il funzionamento della rete in un’ampia zona del territorio a nord-ovest di Bologna. Servirebbe ben altro, comunque meglio che niente. In Italia va perduto oltre un terzo dell’acqua immessa nella rete nei capoluoghi di provincia: il 36,2%. In Emilia-Romagna le cose non vanno meglio. Secondo i dati della Regione si registrano perdite superiori alla media nazionale nei comuni di Ferrara (40,2%), Parma (38,0%) e Modena (36,7%). Le perdite sono riconducibili a vari fattori: rotture, vetustà degli impianti, consumi non autorizzati, prelievi abusivi, errori di misura dei contatori. Un bel campionario. In questo scenario va tenuto presente che in parte i cambiamenti climatici e l’inquinamento hanno accresciuto la pressione sui bacini idrici mentre la domanda di acqua si è intensificata. Anche il singolo può fare la propria parte se si mette una mano sul petto e con l’altra apre i rubinetti solo per vera necessità.
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