Editoriale

Al Diana con Galletti e Guazzaloca

Ho appreso che il ristorante Diana è stato ceduto dalla famiglia Tedeschi. Come tanti bolognesi spero che la nuova proprietà tenga viva la tradizione dei piatti bolognesi, dai tortellini al bollito, che lo ha fatto conoscere ad artisti, attori, imprenditori, politici. Al Diana hanno cenato Federico Fellini e Indro Montanelli oltre a intere generazioni di bolognesi. È un locale storico che ha portato il nome di Bologna in giro per il mondo e spero che continui a farlo.

Silvio Mingardi

Risponde Beppe Boni

Dunque il Ristorante Diana, un pezzo di Bologna che vale come un monumento, passa di mano. Il proprietario, Stefano Tedeschi, lo ha ceduto ad un pool di ristoratori, gente del settore che sa come muoversi. Nella speranza che la nuova proprietà non ne cambi l'anima non si può non ricordare colui che lo ha reso grande, il cavaliere del lavoro Ivo Galletti, un imprenditore che si è fatto dal nulla e che ha saputo per passione e visione costruire un impero agroalimentare. Ivo Galletti, uno che parlava poco e che valeva molto, se ne è andato a 100 anni nel 2020. Il genero Stefano Tedeschi ha guidato il Diana negli ultimi anni.

Galletti, un signore che faceva beneficenza in silenzio senza farlo sapere a nessuno, cominciò da operaio in un salumificio di via Murri, fuori porta Santo Stefano, e mise in piedi l'Impero dell'Alcisa, eccellente azienda di insaccati dove la mortadella è sempre stata il prodotto top. Disse no agli americani quando cedette l'Alcisa perchè voleva che rimanesse in mani italiane. Anche in questo fu un grande.

Acquistò il ristorante nel 1973 affidandolo alle cure del socio Eros Palmirani e lo ha mantenuto uno dei simboli di Bologna. Aveva sempre un tavolo pronto al Diana dove a volte pranzava con Giorgio Guazzaloca, primo sindaco non comunista di Bologna e suo grande amico. Una coppia d'assi.

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