Siamo ospiti di questo mondo e dobbiamo avere cura del creato. Qualcosa del genere ha detto, domenica, l'arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, di fronte alla nuova, ennesima, tragedia ambientale.
L'alluvione.
La natura che corre, velocissima, più forte dell'uomo. Uomo inteso come io che scrivo e tu che leggi, sì, ma anche come istituzioni, enti, agglomerati di persone che dovrebbero tutelarci, ma non ci riescono. Un po' perché sbagliano (e l'essere umano sbaglia...), un po' perché, passateci il fatalismo, è anche impossibile governare la natura.
Che il clima stia cambiando, sia cambiato, è ormai un'evidenza scientifica. Visto che in Emilia-Romagna siamo a poche settimane dal voto per le Regionali, ricordiamo ai candidati che questa è diventata l'emergenza delle emergenze. Sarebbe bello se, una volta tanto, ci si unisse davvero tutti per provare a fare qualcosa di buono, di nuovo, oso dire di umano. Senza speculazioni politiche, perché ormai sono chiare due cose: la prima, come già scritto, che la natura è più forte dell'uomo; la seconda che l'uomo, inteso come politica, ha fatto poco, pochissimo, in Emilia-Romagna per salvaguardare il creato. Siamo la regione con il maggior rischio idraulico d'Italia, e non da maggio 2023. Fa bene l'attuale governatrice di passaggio Irene Priolo a chiedere un piano Marshall nazionale per la salvaguardia del territorio, perché fra l'altro si sente sempre più frequente, nei discorsi di amici e gente comune, la paura che cresce. E inizia anche a serpeggiare l'idea di trasferirsi, in un'altra regione, in un'altra nazione.
Ma che non sia un modo, quello della Priolo, di passare le responsabilità solo a Roma: non è un peccato di lesa maestà sottolineare che pure la Regione in questi 20, 30, 40, 50 anni, ha sbagliato. Lo stesso Michele de Pascale, candidato sindaco del centrosinistra, sta cominciando onestamente a dirlo.
Abbiamo ormai capito tutti, e benissimo, che gli errori sono stati ovunque, a Roma come a Bologna. E magari era pure inevitabile sbagliare, è facile fare dopo i sapientoni. Ma è inutile e soprattutto irritante continuare a giocare allo scaricabarile, come è successo da maggio 2023 ad oggi, fra egoismi personali o di bandiera.
Sull'emergenza delle emergenze non basta un 2 o 3 o 10% in più al voto di metà novembre. Bisogna, per forza, lavorare tutti assieme.
Serve il 100%.
Chiudetevi a chiave in una stanza e trovate il modo di allearvi, su tutto. La chiave la teniamo noi, Apriremo solo e se ne uscirete abbracciati.
Sì, abbracciati. Come ci si abbraccia fra uomini un po' impotenti di fronte, all'improvviso, a qualcosa più grande di loro.
Pia illusione, lo so. Ma la politica, con la P maiuscola, dovrebbe anche essere, o forse solo essere, questa roba qui.