Editoriale

Alluvione, ancora ritardi nei risarcimenti

Il 19/10/2024 il torrente Ravone ha sfondato la copertura ed è entrato con due 2 metri d’acqua e 50 centimetri di fango in casa di mio figlio, devastando il piano terra. Qui sono passati tutti, il sindaco di Bologna, tecnici del Comune, il presidente della Regione, giornalisti. Tante promesse: "Ci faremo carico dei danni al più presto, stia tranquillo”.

Sono passati cinque mesi: la casa è inagibile, mio figlio ha speso già 20.000 euro in demolizioni e vive a casa mia! Una perizia a spese sue stabilisce che per ripristinare i danni ci vorranno 100 mila euro. E qui tutto tace. È accettabile?

Guido Nigrisoli

Risponde Beppe Boni Le procedure e i controlli per il risarcimento dei danni sono complicati a partire dalla piattaforma elaborata dalla Regione Emilia Romagna per inserirsi nelle richieste. Quando lo diceva il generale Francesco Figliuolo (ora transitato ai Servizi segreti) molti arricciavano il naso come se raccontasse balle e il ritornello era addossare la colpa al governo.

"Accelerare, dare risposte". È questa l’"ossessione”, come l’ha definita Michele de Pascale, governatore dell'Emilia Romagna, in un incontro pubblico insieme al commissario straordinario Fabrizio Curcio, che ha sostituito Figliuolo. Obiettivo, un “cambio di passo”. Tecnici e amministratori sono al lavoro per ottenere i risultati annunciati ma evidentemente le difficoltà per rispettare le regole esistono. Il nodo valeva per chi c'era prima nell'agenzia del commissario e valgono per chi c'è ora.

Curcio ha specificato che sono previsti fino a 5mila euro di contributi alle famiglie (10mila euro a quelle danneggiate anche dall’alluvione 2023) e fino a 20mila euro alle imprese e ai professionisti colpiti da quella alluvione. Le domande vanno depositate agli sportelli dei Comuni da parte delle famiglie, o attraverso la Regione per le imprese. L'erogazione è prevista in due fasi: acconto e saldo. Le domande di acconto devono essere presentate entro il 30 giugno.

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