La partita autonomia

Bologna, 21 luglio 2019 - Tutte le strade portano a Roma, molte passano per Bologna. Il governo è spiaggiato sulla richiesta di diverse autonomie avanzata da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Le due regioni del Nord a guida leghista sparano a palle incatenate contro l’ipotesi che lascia fuori dalla porta la scuola. Ipotesi che coincide invece con la proposta emiliana. Una nota di Bonaccini toglie ogni dubbio: «Mi pare che il Governo stia riconoscendo, nei fatti, che il nostro progetto può diventare il punto di equilibrio per tutti».

Bonaccini è irritato quanto Zaia e Fontana per la paralisi del governo, ma non manca chi annusa anche in questa caso un profumo di intesa tra Pd e 5 Stelle. Scenario non realistico, ma poco importa in una regione dove le elezioni non sono uno scenario ma una certezza, seppur senza data. I big sono già scesi in campo, i partiti non del tutto: Matteo Salvini lancia Lucia Borgonzoni a guidare la battaglia per la conquista della Regione. Lei si dice onorata della proposta, manca ancora il parere dei possibili alleati del centrodestra. I giochi sono iniziati.

Ingolosita dalla conquista di Ferrara e Forlì, la Lega in Emilia-Romagna giocherà le sue carte migliori. La Regione è un bersaglio grosso per il valore simbolico – non solo per il potere – di un cambio storico dal rosso al verde. 

Anche Bonaccini è in pista anche se manca formalmente l’investitura del partito. vuole costruire un’alleanza larga, civica, alla quale affidare il successo elettorale. Compito non facile, al punto che lui non manca di ricordare ai Dem i rischi che corrono. In area centro sinistra, d’altra parte, si sprecano quanti non vogliono inseguire la Lega, per esempio, sull’autonomia. 

Non siamo più alla tattica pre elettorale. Ogni variabile conta: equilibri nazionali, nomine europee, tenuta del governo, alleanze locali sono tutti ingredienti dei sogni di mezza estate delle forze politiche. Incauto dire oggi come andrà a finire, imponderabile l’umore degli elettori. Che sembrano distratti dall’insostenibile pesantezza del narcisismo moderno (copyright D’Agostino), catturati dai social o da FaceApp, ma quando votano mostrano di sapere sempre quello che fanno.

Come quando ci sono da rimboccarsi le maniche, ripiantare ombrelloni, ristendere sdrai e lettini, mandare al diavolo grandini e tempeste. Stagione intrigante, quasi affascinante. Ricorda la proverbiale maledizione cinese che, con rara e raffinata perfidia, dice: «Ti auguro di vivere tempi interessanti».